Se tu domandi quale stagione sia la preferita, giustamente e dalla maggior parte degli interrogati, ti senti rispondere: la primavera. Il verde.
Mi accodo anch’io a questa schiera.
Ma avrei qualche precisazione da fare, vorrei spezzare una lancia a favore dell’autunno. Strano! – mi si obbietta -, l’autunno è definito il mese delle “foglie che cadono”.
Proprio partendo dalle foglie è nata in me una simpatia speciale per la stagione che saluta con decisione il bel colore del verde.
Con Mihai, seduto accanto a me in refettorio gettiamo lo sguardo fuori dalla finestra, siamo festeggiati dalle foglie di un tiglio che si affollano oltre il vetro: un inno al giallo illuminato dal sole.
Accanto al tiglio, altre piante, altre foglie, altri colori. Sinfonia cromatica, canto corale dell’iride. Non è il vento che agita le foglie, ma è il tripudio di riconoscenza che le muove e le fa ondeggiare: è la danza del “grazie”. Ti viene da osannare la fantasia festosa del Creatore.
Ogni stagione espone le sue meraviglie, i suoi colori. C’è poco da fare, - commenta Mihai - per godere il giallo non hai che da attendere l’autunno.
Girìno, mio amico pittore, ama spostarsi in montagna con il suo cavalletto, proprio in autunno. Prima di sporcare la tela, - confida - mi immergo e mi incanto nell’armonia dei colori che nel bosco piovono a cascata. La mia pennellata allora diventa un inno anche alla bellezza autunnale dell’uomo, re del creato.
Ciao da p. Andrea
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