Gaza, interrotta la tregua umanitaria di 72 ore

Accuse reciproche tra Israele e Hamas su chi sia stato a violare per primo l’accordo. Intanto il numero delle vittime ha superato quello causato dall’operazione Piombo Fuso

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Doveva durare 72 ore, non ha resistito che una mattinata soltanto. È la tregua che era iniziata quest’oggi, alle 7 ora italiana, a Gaza, tra Israele e Hamas. Con la tregua – riferisce il sito del quotidiano egiziano Al-Ahram – tramonta anche l’ipotesi di un colloquio di pace, previsto in un primo momento nella giornata di oggi a Il Cairo e possibile, secondo fonti egiziane, che sia rimandato a domani. Si rincorrono le accuse reciproche su chi sarebbe il responsabile della violazione.

Ciò che è certo è che un soldato israeliano è stato rapito questa mattina. “Iniziali indicazioni suggeriscono che un soldato israeliano è stato rapito da terroristi” nella Striscia di Gaza. Lo conferma il portavoce militare israeliano. “Alle 9.30 di stamattina, un attacco – ha ricostruito il portavoce – è stato condotto contro forze israeliane che operavano allo smantellamento di un tunnel. Iniziali indicazioni suggeriscono che un soldato israeliano è stato rapito da terroristi durante l’incidente. Gli avvenimenti sono ancora in corso”.

Un’alta fonte militare – citata da Ynet – ha riferito che il possibile rapimento del soldato israeliano è stato condotto “in uno scontro vicino ad un tunnel” e che “è stato favorito da un attentatore suicida”. L’attentatore suicida si sarebbe fatto esplodere vicino ai soldati israeliani per agevolare ai suoi compagni il rapimento di uno dei militari in fuga.

Certa, d’altro canto, anche l’uccisione di otto palestinesi e il ferimento di altri venti a causa di una cannonata israeliana a Rafah, a sud di Gaza. Sono i primi morti registrati dopo l’inizio della tregua di stamattina. In precedenza un colpo di mortaio era caduto presso Kerem Shalom, località israeliana vicina al confine con la Striscia. Per questo il governo ha denunciato: “Hamas viola in modo flagrante il cessate il fuoco per il quale si era impegnato davanti al segretario di Stato americano Kerry e al segretario generale dell’Onu”.

Intanto il bilancio delle vittime ha superato quello registrato durante l’operazione Piombo Fuso, avvenuta per opera d’Israele sulla Striscia tra il 2008 e il 2009. In quel caso, al termine del conflitto durato ventidue giorni, ci furono – in mancanza di una cifra accertata – tra i 1100 e i 1416 morti. Oggi, a venticinque giorni dall’inizio della nuova operazione, l’Agenzia Maan parla di 1440 morti.

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ZENIT Staff

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