Italia: ponte di dialogo e confronto tra le due sponde del Mediterraneo

Si è svolto a Cagliari il Secondo Forum Internazionale delle politiche del Mediterraneo

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Si è appena concluso a Cagliari, il Secondo Meeting Internazionale delle Politiche del Mediterraneo, organizzato dal Centro Italo-Arabo Assadakah. Due giorni di dibattito e confronto con la partecipazione di diversi esponenti politici, studiosi e giornalisti, italiani e mediorientali, sul tema del terrorismo e delle minacce jihadiste che non solo scuotono il Medio Oriente ma preoccupano seriamente l’Europa.

La prima sessione è stata dedicata ai possibili scenari geopolitici nel Mediterraneo, con interventi di grande rilievo, come quello del deputato libanese Ali Fayad, esponente del partito Hezbollah, e Yumna Hamaki, ex deputata e ricercatrice egiziana; ha moderato l’incontro Raimondo Schiavone, Segretario generale di Assadakah.

Molto significativa la partecipazione di Mahdi Dakhlallah, ex Ministro dell’informazione della Repubblica araba siriana e delegato del governo di Damasco per l’organizzazione degli aiuti internazionali, che ha sottolineato l’importanza del ruolo fondamentale dell’Italia nel Mediterraneo per la Siria, sia nel riaprire dei canali diplomatici con l’Europa, sia per affrontare e sconfiggere il pericolo del terrorismo.

Questa è infatti  la prima volta di un politico siriano, dopo l’interruzione dei rapporti diplomatici tra Roma e Damasco. Dakhlallah ha ribadito che la situazione è molto complessa, e che stiamo assistendo ad un forte sviluppo delle formazioni terroristiche, contro le quali la Siria compirà tutti gli sforzi necessari per garantire la legalità e rivendicare la nostra sovranità nazionale. Ha infine invocato il sostegno dell’Italia per affrontare il nemico comune, che vuole distruggere prima di tutto lo Stato e la nostra civiltà e che minaccia l’intera regione del Mediterraneo. 

La seconda sessione è stata dedicata al genocidio armeno, dove è stata rilanciata la proposta del Centro Italo Arabo di proclamare il 2015 “Anno della memoria e della coscienza”, alla presenza del Sindaco di Cagliari, Massimo Zedda, che ha portato il saluto della città, sottolineando l’importanza di Cagliari come luogo di incontro e dialogo tra le due sponde del Mediterraneo. Hanno partecipato all’incontro, con testimonianze e preziosi interventi, Aram Aranyan,giornalista e direttore dell’agenzia di stampa Armen Press, Nicola Melis, ricercatore dell’università di Cagliari, Talal Khrais,giornalista e reporter di guerra, Naman Tarcha,giornalista siriano di origine armena e Alessandro Aramugiornalista e direttore della rivista di geopolitica SpondaSud. L’ospite d’onore è stato Sargis Ghazaryan, Ambasciatore della Repubblica armena in Italia, che ha sottolineato come l’ultimo atto di un genocidio, e che rende perfetto il crimine è la negazione. La negazione del genocidio armeno, purtroppo, continua ancora oggi ad essere una politica di stato, quello turco, creando una sorta di “armenofobia”, che viene ideata, praticata e diffusa in tutto il mondo per cancellare la memoria. 

Infine, l’ultima sessione: L’informazione in guerra. L’informazione fa la guerra, per parlare del ruolo dei media nei conflitti in corso, in particolare in Siria, Iraq, Libano, e Palestina. Tra i partecipanti: Ibrahim Farhat, direttore della tv libanese Al Manar, insieme ad Alberto Negri del Sole 24Ore, e Gian Micalessin del Giornale, in collegamento in diretta dalla capitale siriana Damasco, il quale ha offerto ai presenti gli ultimi sviluppi e aggiornamenti sui combattimenti e sulla situazione dei civili in Siria, con una commovente testimonianza di come si lavora sul campo per una informazione più veritiera.

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ZENIT Staff

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