Il flagello dell’ebola sta imperversando in Africa occidentale e ora rischia di investire anche altri Paesi. Lo rileva Bart Janssens, direttore delle operazioni di Medici senza frontiere, in un’intervista rilasciata al quotidiano La Libre Belgique. Janssens non ha esitato a definire l’epidemia “senza precedenti” e “fuori controllo”, e ha inoltre segnalato che la “situazione può solo peggiorare”.

Sierra Leone, Guinea, Liberia e Nigeria sono i Paesi attualmente colpiti. Da marzo ad oggi, ci sono stati 1.201 casi registrati e 672 morti, secondo il Centro per la prevenzione e il controllo delle malattie di Atlanta, negli Usa.

I timori e lo sconforto sono aumentati dopo che il virus ha causato la morte di Sheik Umar Khan, medico trentanovenne della Sierra Leone, famoso come direttore del principale centro contro il virus dell’ebola a Kenema. Morte insieme a lui anche tre infermiere che operavano nella stessa struttura. Il ministro della Salute, Miatta Kargbo, ha nominato Khan “eroe nazionale”, celebrando il suo “enorme sacrificio” per salvare le vite degli altri.

L'Ebola è un virus estremamente aggressivo per l'uomo che causa una devastante febbre emorragica. Il virus è potenzialmente mortale e produce una serie di sintomi quali febbre, vomito, diarrea e a volte emorragia interna ed esterna. Il tasso di mortalità è estremamente alto (90%), anche perché attualmente non esiste nessun vaccino autorizzato.