A un anno di distanza può risultare utile riprendere i discorsi del viaggio del Papa in Brasile in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù. Così ecco quanto ebbe ad affermare papa Francesco nell’incontro con i vescovi responsabili del Consiglio Episcopale Latinoamericano (C.E.L.A.M.) a Rio de Janeiro domenica 28 luglio 2013:
“L’opzione per la missionarietà del discepolo sarà sottoposta a tentazione. È importante sapere capire la strategia dello spirito cattivo per aiutarci nel discernimento. Non si tratta di uscire a cacciare demoni, ma semplicemente di lucidità ed astuzia evangelica. Menziono solo alcune attitudini che configurano una Chiesa ‘tentata’. Si tratta di conoscere certe proposte attuali che possono mimetizzarsi nella dinamica del discepolato missionario e arrestare, fino a farlo fallire, il processo di conversione pastorale.
1. La ideologizzazione del messaggio evangelico. È una tentazione che si ebbe nella Chiesa fin dal principio: cercare un’ermeneutica di interpretazione evangelica al di fuori dello stesso messaggio del Vangelo e al di fuori della Chiesa. Un esempio: Aparecida, in un certo momento, soffrì questa tentazione sotto forma di ‘asepsi’. Si utilizzò, e va bene, il metodo di ‘vedere, giudicare, agire’ (cfr. n. 19). La tentazione risiedeva nell’optare per un ‘vedere’ totalmente asettico, un ‘vedere’ neutro, il che è irrealizzabile. Sempre il vedere è influenzato dallo sguardo. Non esiste un’ermeneutica asettica. La domanda era, allora: Con quale sguardo andiamo a vedere la realtà? Aparecida rispose: con sguardo di discepolo. Così si intendono i numeri dal 20 al 32”.
Tale affermazione ricorda quanto ebbe a dire Francesco d’Assisi nella prima Ammonizione, ossia che il semplice “vedere” risulta riduttivo e che importante è “vedere e credere”.
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Per un approfondimento cfr.