A settembre, di sera, guardando il cielo romano, mi sono imbattuto in un avvincente, straordinario spettacolo che gli storni offrono a chiunque osservi il loro modo di volare.
È stupefacente il gioco dei vari “sciami”, una meraviglia l’intrecciarsi dei vari gruppi a diversa altezza, dove ciascuno sembra obbedire alla legge dello stormo e contemporaneamente alle norme d’una superiore regìa che armonizza il comportamento complessivo dello stuolo.
E’ un concerto eseguito da ogni uccello nel suo stormo e da ogni stormo nel complesso degli altri gruppi. Sembra indipendenza, anarchia, ma è una danza in scioltezza, un volteggiare vissuto in libertà armoniosa.
E’ frequente sentire esclamare da qualche osservatore col naso all’in su: “Che spettacolo!” Forse S. Paolo voleva dire proprio questo quando esaltava il prodigio donato al cielo e alla terra dai cristiani che vivono il comandamento nuovo: “Siamo diventati spettacolo davanti agli angeli e agli uomini.”
Era proprio questo il fenomeno, la meraviglia dei primi cristiani agli occhi dei pagani. I colori dell’iride che, pur esaltando ciascuno la propria particolarità, si armonizzano fra loro offrendo ai nostri occhi il meraviglioso spettacolo dell’arcobaleno.
Ciao da p. Andrea
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