Ecco il mio servo che io ho scelto

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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Lettura

Il profeta Michea, di origine contadina, è inviato a predicare nel regno di Giuda intorno al VII secolo a.C. e alza la voce contro coloro che agiscono iniquamente e ingiustamente con i loro simili, per ricondurre il popolo sul cammino della fedeltà a Dio. Gesù, nella sua vita pubblica, si trova dinanzi all’opposizione dei farisei, di coloro che si dichiaravano i più fedeli alla legge, ma che avevano perso la freschezza della continua conversione del cuore. Lui non si arrende, continua a predicare la buona novella del Regno, compiendo così le antiche profezie che indicavano la venuta del Messia, del servo mite inviato da Dio. 

Meditazione

Il profeta Isaia aveva pronunciato queste parole circa sette secoli prima della venuta di Cristo e aveva annunziato profeticamente l’azione benefica del Messia. Altre espressioni dell’Antico Testamento sottolineavano la potenza dell’Unto di Dio (significato della parola “Messia”) come liberatore del suo popolo, e alcuni giudei si erano costruiti l’idea di un condottiero del popolo, che – allo stile degli antichi giudici d’Israele – l’avrebbe liberato dal giogo dei Romani o da altri oppressori. Ma i piani di Dio sono sempre molto più grandi e trascendono i piani umani; Egli guarda al bene superiore dell’uomo, non solo alle circostanze immediate. È commovente constatare il contrasto che emerge da questo breve brano del Vangelo: da una parte la decisione agghiacciante dei farisei che tramano la morte di Gesù. E dall’altra parte Lui che continua a donarsi senza posa, a andare incontro delle necessità di tutti, non con la forza della distruzione e della sovversione, ma con la pazienza di colui che viene a portare la giustizia, a rinvigorire la fiamma vacillante, a sostenere la canna incrinata. È questo un invito forte per tutti noi alla fiducia in un Dio che non è venuto a “perdere”, ma a salvare; un Dio che si è fatto uomo, uno come noi, ma anche l’ultimo di tutti, per tenderci la sua mano amorevole. Ed è allo stesso tempo una forte spinta  ad imitare il Signore, disposti a curare ogni infermità, a non condannare nessuno, ad aiutare tutti i nostri fratelli… Quante situazioni nella nostra vita nelle quali quasi consideriamo perdute certe persone o certe situazioni. Ma Dio non ragiona così. Egli è venuto a cercare tutti e vuole che tutti si salvino. Anche noi dobbiamo adoperarci con i nostri fratelli, cioè con tutti gli uomini, per risollevare ognuno, lavorando pazientemente e con gioia, senza contendere né gridare nelle piazze. Allora il Signore ci guarderà come suoi servi fedeli e si compiacerà di noi. 

Preghiera

O Signore, fammi essere il tuo servo, la tua serva fedele che porta bontà e misericordia. 

Agire

Mi impegnerò nell’esercizio della pazienza e del servizio, trasformati in zelo apostolico. 

Meditazione del giorno a cura dipadre Paolo Cerquitella, L.C., tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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