Per un periodo di quindici giorni, sentivo “dolorini” al cuore che facevano presagire poco di buono, mi hanno messo in mano al centro cardiologico, con frequenti sospensioni e spostamenti di programmi.
Sul finire di questi accertamenti è seguito, dopo una brutta caduta, un periodo di esami alle ginocchia e alle braccia che non riuscivo a piegare compiutamente. Ne sono venuto fuori con qualche ricordo al gomito destro.
Quasi contemporaneamente, dolori alle orecchie mi hanno messo sul “chi va là” per controlli e cure mai indovinate e proseguite sempre per tentativi.
La “Parola di Vita” in questo mese propone: “Amerai il tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutte le forze…” e suggerisce di mettere Dio al primo posto ripetendosi: “Mio Dio e mio tutto .”
Commentando con amici, ci siamo detti: “Per me questo è un periodo in cui Dio mi chiede ciò che è suo e me ne stavo appropriando; ultimamente con una persistente epistassi “mi prende anche per il naso” come fa chi vuol condurre a casa in modo perentorio un cavallo o una bestia che si mostra indomita.
Con la salute tendo a sentirmi proprietario dei doni di Dio e a diventare presuntuoso, con la malattia, la precarietà e il disagio del dolore, rilevo l’urgenza di fare ordine mettendo “l’UNO davanti a tutti i miei zeri”. È la volta buona perchè il mio nulla s’arricchisca di Colui che è mio Dio e mio TUTTO.
Dio “batte cassa”, mi chiede tutto perché vuole gelosamente essere il mio tutto.
Ciao da p. Andrea
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