Si può essere omosessuali, cattolici e casti?

Dal 17 al 20 luglio, una Conferenza internazionale promossa dalle organizzazioni cattoliche Courage e EnCourage alla Villanova University, in Philadephia, presieduta dall’arcivescovo Chaput

Share this Entry

Forse non è a tutti noto che esistono organizzazioni cattoliche che offrono un supporto spirituale nei confronti di chi percepisce un’attrazione verso persone dello stesso sesso (ASS) in un modo specificamente ritagliato sulle loro esigenze.

Come evidenziato dall’Instrumentum Laboris predisposto per il prossimo Sinodo dei vescovi sulla famiglia al paragrafo 118: “La grande sfida sarà lo sviluppo di una pastorale che riesca a mantenere il giusto equilibrio tra accoglienza misericordiosa delle persone ed accompagnamento graduale verso un’autentica maturità umana e cristiana.”

Sarà questo il tema principale della conferenza internazionale delle organizzazioni Courage e EnCourage 2014 dedicata a Papa Francesco. La conferenza si terrà dal 17 al 20 luglio alla Villanova University, in Philadephia, Pa dove centinaia di delegati da tutto il mondo saranno accolti dall’arcivescovo della città Charles J. Chaput, che celebrerà la messa di apertura.

Courage è il modello di successo per la cura pastorale delle persone omosessuali. Si tratta di un servizio promosso dell’episcopato della Chiesa cattolica a favore dell’intera comunità ecclesiale, che ha l’obiettivo di fornire sostegno morale e spirituale a tutte quelle persone che percepiscono la ASS e al contempo desiderano vivere secondo i dettami della Chiesa Cattolica.

EnCourage è un’organizzazione che si affianca alla precedente e che offre assistenza a parenti, coniugi e amici di persone con attrazione per lo stesso sesso. I due apostolati, in continua crescita, hanno ormai una presenza stabile in più di metà delle diocesi degli Stati Uniti ed in quattordici paesi dei cinque continenti, Italia compresa (www.courageitalia.it). La conferenza internazionale, che si svolge annualmente, costituisce un momento importante per ascoltare nuove testimonianze e approfondire gli obiettivi dell’apostolato alla luce dell’esperienza maturata sul campo di questa frontiera della nuova evangelizzazione.

Courage è nata nel 1980 su iniziativa dell’allora Cardinale di New York Terence Cooke che affidò l’incarico operativo ad un teologo moralista di provata fedeltà al messaggio di carità e verità della Chiesa: padre John Harvey degli Oblati di san Francesco di Sales (1918-2010). Courage costituisce l’unica forma di pastorale per persone omosessuali ufficialmente approvata dal Vaticano. Da allora sono attivi alcune centinaia di gruppi in tutto il mondo che continuano a perseguire con coerenza lo spirito con cui è nata questa iniziativa.

La missione di Courage è stata sintetizzata in cinque obiettivi ma il primo è molto chiaro e determinante: vivere castamente. I membri sono coscienti del fatto che si trova la pace e la grazia necessaria per vivere una vita casta solo coltivando una forte vita spirituale attraverso la preghiera ed i sacramenti. Gli altri quattro obiettivi si concentrano coerentemente sull’aiuto reciproco, lo sviluppare amicizie caste e testimoniare l’azione trasformante della grazia nella vita di tutti i giorni. Il programma prevede incontri periodici di condivisione sotto la guida di un sacerdote che ricalcano, per la stessa ammissione del movimento, il metodo impiegato dagli alcolisti anonimi. A questo si affianca un classico percorso ordinato di catechesi cattolica (preghiera, letture spirituali, accesso ai sacramenti, meditazioni, opere di carità) sotto la direzione spirituale di un sacerdote a ciò preposto dall’ordinario.

Le iniziative Courage e EnCourage sono particolarmente importanti perché stanno mostrando che è possibile percepire una ASS ed al contempo essere cristiani devoti. Courage non fornisce trattamenti terapeutici ma un programma morale e spirituale che valorizzando la vocazione cristiana della persona nella sua interezza, va oltre la condizione omosessuale.

Se, sotto certi aspetti, a causa dei troppi pregiudizi e delle tante ideologie che si sono costruite sul tema dell’omosessualità, può apparire insolita la situazione di una persona con ASS che sia al contempo un sincero cattolico, i principi che ispirano e giustificano una cura pastorale specifica sono semplici.

La vocazione alla santità, anche nella vita ordinaria, solennemente ribadita dal Concilio Vaticano II, è presente in tutti i battezzati, nessuno escluso; il corpo non è qualcosa da noi modificabile o “orientabile “a piacere: secondo il racconto biblico della creazione, appartiene all’essenza della creatura umana di essere stata creata da Dio come maschio e come femmina. La differenza sessuale non è un accidente, è costitutiva della persona; ogni battezzato è chiamato alla castità. Tutti i credenti in Cristo sono chiamati a condurre una vita casta secondo il loro particolare stato di vita. (CCC n. 2348)

Se questi sono i principi unificanti per tutti i battezzati, le specificità di una catechesi per persone con ASS deriva dal fatto di trovarsi di fronte a obiettivi difficili da perseguire (ma possibili con la Grazia Divina) e dall’impegno di condurre una vita ricca umanamente e spiritualmente.

Per questi motivi i membri dei vari gruppi di Courage sono incoraggiati ad approfondire il loro discepolato cristiano attraverso un’intensa partecipazione alla vita sacramentale della Chiesa e a svolgere verso gli altri servizi di testimonianza, consiglio e a impegnarsi in opere caritative.

Una delle testimonianze presenti sul sito di Courage spiega come la decisione di aderire al programma sia scaturita nel vedere gli altri partecipanti impegnati come lettori della Parola, ministri della Santa Comunione, praticare la comunione giornaliera, dediti ad assistere i malati negli ospedali o a distribuire pasti nelle mense dei poveri.

Tra gli oratori previsti dal programma di quest’anno, ci saranno anche p. Paul Check, attuale direttore internazionale dell’Apostolato Courage; p. James Brent, O.P. con la relazione “Da un grado di gloria all’altro: castità come bellezza spirituale”; ospite straordinaria Immaculee Ilibagiza, sopravvissuta al genocidio del Rwanda che racconterà la sua storia di Fede, Speranza e Perdono; p. Joseph Koterski, S.J. parlerà del “Significato cristiano della sessualità umana”; l’oratoriano p. Philip Bochanski, C.O., parlerà dell’esempio dei martiri ugandesi di Namugongo; don Donald Timone, della diocesi di New York, terrà una conferenza spirituale dal titolo “Scendere dalla montagna”; concluderà il ciclo degli interventi l’ex protestante convertito al cattolicesimo, Andrew Comiskey, “Non giudicare? Fare chiarezza sul concetto neotestamentario di giudizio”.

La conferenza sarà l’occasione anche per la presentazione del documentario “Desire of the Everlasting Hills” contenente le testimonianze di alcuni membri, primo di una serie di sussidi plurilingue prossimamente disponibili per tutte le diocesi che desiderino promuovere questo Apostolato.

Share this Entry

Franco Olearo

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione