Giunto alla sua XXXV edizione, il Meeting di Rimini vivrà un ritorno alle origini, a quelle periferie che l’hanno visto nascere ed affermarsi come la più importante ed articolata manifestazione culturale italiana ed europea. Il punto di riferimento imprescindibile è quello di sempre: il cuore umano, l’unico in grado di cambiare le persone e, quindi, la storia.
Nell’ormai consueta cornice della Camera di Commercio di Roma, tra le suggestive vestigia dell’antico Tempio di Adriano, si è svolta ieri sera la presentazione del prossimo Meeting, in programma a Riminifiera dal 24 al 30 agosto prossimi sul tema Verso le periferie del mondo e dell’esistenza. Il destino non ha lasciato solo l’uomo.
Cosa sono tuttavia le periferie? Di questi tempi – come testimonia anche la predicazione di papa Francesco – parlarne è quasi una provocazione. “Periferiche” sono, ad esempio, quelle notizie che, salvo i primi due o tre lanci, finiscono con un trafiletto in quattordicesima pagina.
A tal proposito Giorgi Vittadini, presidente della Fondazione Sussidiarietà, ha citato il rapimento e l’uccisione dei tre giovani israeliani, il riaccendersi del conflitto in Iraq, il sequestro di 300 ragazze in Nigeria.
Sono notizie, ha osservato Vittadini, cui apparentemente non si interessa più a nessuno, ma che tuttavia il Meeting “mette a tema” per rinnovare il suo obiettivo di sempre: interrogare il cuore umano. Alla violenza, alla morte e all’ingiustizia provocate dal “cuore del potere”, è quindi possibile trovare risposta nel “potere del cuore”.
Per questo motivo, uno dei temi ricorrenti del XXXV Meeting di Rimini sarà quello delle migrazioni, quel potente e incessante moto umano che, fin dall’inizio della civiltà, conduce i popoli dalle periferie verso il centro.
Centro del dibattito sarà la tavola rotonda L’immigrazione e il bisogno dell’altro: Italia, Europa, mondo (lunedì 25 agosto, ore 11.15) che vedrà, tra gli interventi, monsignor Silvano Maria Tomasi, Osservatore permanente della Santa Sede presso l’ONU, e l’ammiraglio Giuseppe De Giorgio, Capo di Stato Maggiore della Marina Militare.
Come spiegato ieri sera dallo stesso monsignor Tomasi, l’immigrato viene visto da alcuni come una “minaccia”, da altri come una “benedizione”, tuttavia le migrazioni, al di là delle apparenze, sono sempre oggettivamente portatrici di una “speranza nuova”.
Pertanto sarebbe riduttivo, ha aggiunto il presule, vederne esclusivamente la “funzione economica”. Le migrazioni sono “un movimento di gente, idee nuove, stili di vita, tradizioni culturali diverse” e a trarne beneficio sono tutti i soggetti coinvolti: i migranti stessi, il loro paese d’origine e il paese che li accoglie.
Un tipo di periferia completamente differente, ma per certi versi legato al precedente, è rappresentato dall’emergenza educativa, oggetto della tavola rotonda Educazione: dalla periferia al centro (lunedì 25 agosto, ore 15), con la partecipazione del ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Stefania Giannini.
“Dobbiamo capire in quale modo l’occidente possa riappropriarsi degli strumenti educativi”, ha dichiarato il ministro durante la presentazione del Meeting.
Il tema dell’educazione non è affatto scisso da quello migratorio e non solo perché è sempre più alto il numero di studenti stranieri nelle nostre scuole.
“La sfida educativa è un debito nei confronti di altri paesi”, ha spiegato la Giannini, aggiungendo come, più in generale, gli insegnanti debbano affrontare le ‘periferie esistenziali’ costituite dal vuoto interiore dei loro studenti, un vuoto fatto tanto di “assenza” quanto di “desiderio”.
Il tema dell’imminente evento riminese, come da consuetudine, è stato sviluppato dalla presidente del Meeting, Emilia Guarnieri. In uno scenario internazionale in cui la pace sembra sempre più lontana e in cui dominano la crisi economica, la disoccupazione giovanile e tutte le difficoltà legate all’immigrazione, viene spontaneo chiedersi: “l’uomo è una risorsa adeguata per affrontare tutto questo? Il potere del cuore basta?”.
Alla luce della “storia millenaria dell’uomo” e anche alla luce della ben più ridotta storia del Meeting, la risposta al primo quesito è “affermativa”, ha affermato Guarnieri.
Tale risposta positiva sarà riscontrabile nel programma del prossimo Meeting: testimonianze, mostre, dibattiti che sveleranno mondi sconosciuti, realmente ‘periferici’ e solo apparentemente marginali, in cui il filo rosso è rappresentato da uomini che si sono “assunti la responsabilità di dare buone ragioni per cambiare”.
Come sempre il Meeting offrirà riflessioni sul “passato come memoria”, mai fine a se stessa, né mera “gestione del patrimonio culturale”, ma autentica fonte di “speranza per il futuro”.
A tal proposito, vale la pena segnalare, tra le mostre, Dal profondo del tempo: all’origine della comunicazione e della comunità nell’Antica Siria, a cura di Marilyn Kelly Buccellati che sarà presentata domenica 24 agosto, alle 17, nel corso di un conferenza che trarrà spunto per discutere anche dell’attuale situazione dell’eredità culturale siriana.
Il Meeting sarà aperto, anche quest’anno, dalla Santa Messa (domenica 24 agosto, ore 10.30) presieduta dal vescovo di Rimini, monsignor Francesco Lambiasi e trasmessa in diretta TV su Raiuno.
Il tema della pace segnerà in modo particolare la giornata inaugurale con la conferenza Il dialogo unica via per la pace, a cura di padre Pierbattista Pizzaballa, Custode di Terra Santa.
Come annunciato da Bernard Scholz, presidente della Compagnia delle Opere, il Meeting darà largo spazio ai temi economici, del lavoro, dell’impresa e dello sviluppo con interventi di imprenditori, sindacalisti, imprenditori e manager come Sergio Marchionne, Raffaele Bonanni, Valter Scavolini, Oscar Farinetti, Brunello Cuccinelli.
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Per info: www.meetingdirimini.org