Alberto Methol Ferrè, il filosofo argentino che ha influenzato profondamente il pensiero di Jorge María Bergoglio, oggi Papa Francesco, si è raccontato in una lunga intervista con il giornalista e scrittore Alver Metalli. Frutto del dialogo è il libro "Il Papa e il filosofo" (ed. Cantagalli) che verrà presentato il prossimo venerdì 21 marzo, alle 18.45, nella Sala Marconi della Radio Vaticana.

Due grandi nomi saranno presenti all'incontro: il prof. Guzmán M. Carriquiry Lecour, segretario della Pontificia Commissione per l'America Latina, che firma anche la prefazione del volume, e padre Juan Carlos Scannone, gesuita 81enne tra i massimi teologi viventi, già docente in diversi atenei latinoamericani ed europei, compresa la Pontificia Università Gregoriana di Roma, ed ex preside delle facoltà di Filosofia e Teologia dell’Universidad del Salvador di Buenos Aires. Presenti anche padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa vaticana e il prof. Massimo Borghesi. 

L’amicizia intellettuale tra Bergoglio e Methol Ferrè ha radici lontane: già negli anni ’70 i due ebbero modo di incontrarsi, al margine dell’entusiasmo per i preparativi della terza Conferenza generale dell’episcopato latinoamericano, per parlare della responsabilità della Chiesa in quel momento particolare per l’America Latina. La cultura, la religiosità popolare, i poveri, la Teologia della Liberazione erano gli argomenti caldi di quegli anni.

Nell’intervista con Alver Metalli, il filosofo ripercorre il fervore di quegli incontri e di una pagina della storia argentina che forse non tutti conoscono ma che ha profondamente segnato il pensiero di Francesco.

Nei giorni in cui si attendeva l’elezione di Benedetto XVI, Methol Ferrè era certo che il tempo per un Papa giunto “dalla fine del mondo” non fosse ancora maturo ma sarebbe arrivato presto: ai suoi occhi la Chiesa argentina con i suoi cinque secoli di storia era la più pronta tra quelle dei Paesi emergenti a regalare al mondo un successore di Pietro. Eppure, il filosofo non avrebbe potuto immaginare che il Papa argentino tanto atteso sarebbe stato qualcuno che conosceva bene e aveva a lungo frequentato.

Parlando del filosofo al presidente uruguaiano come di un grande amico comune, Papa Francesco ha detto invece: “Ci ha aiutati a pensare”, sottolineando un legame intellettuale mai interrotto e una grande affinità di pensiero. Le parole consegnate da Ferrè ad Alver Metalli si possono dunque considerare un vero e proprio testamento spirituale.