Voglio l'amore non il sacrificio

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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Lettura

Anche questa liturgia è dominata dal tema del ritorno ed è un ritorno che deve riaccadere ogni momento, perché non si può passare una sola ora del nostro tempo fuori da questa connessione profonda col mistero di Cristo. 

Meditazione

L’infedeltà viene continuamente abbracciata dalla presenza di Cristo che guarisce continuamente il cuore infedele dell’uomo. Questa pressione di Cristo nella vita è presente affinché nasca, nel cuore del cristiano, l’amore e non un generico sacrificio: «Voglio l’amore non il sacrificio», la conoscenza vera di Dio. Questa capacità di chiedere, di tornare al Signore, di fare abbracciare la nostra povertà dalla sua presenza è significativamente esplicitata, nel brano del Vangelo di Luca, dal pubblicano e dal fariseo che salgono al tempio. Le due immagini rimangono fisse nel cuore dell’uomo, nel cuore del cristiano, come le due grandi possibilità che ogni giorno si aprono davanti a lui. L’umiltà dovrebbe farci chiedere di sapere vestire ogni giorno, al di là delle nostre presunzioni, i panni del pubblicano che, vivendo solo dell’incontro col Signore, aspetta da questo incontro, e solo da questo incontro, il rinnovarsi della sua vita. La grande questione dell’esistenza cristiana non è trovare un’alternativa perbenistica all’immagine del pubblicano e all’immagine del peccatore, una sorta di borghesismo cattolico dei galantuomini, come ha indicato Manzoni presentando l’immagine di don Abbondio e descrivendone i tratti fondamentali nella sua misera biografia. Il Cristianesimo non è una terza strada fra la presunzione della bontà naturale dell’uomo, che rende inutile l’incarnazione, e l’impossibilità di andare oltre la miseria che renderebbe anch’essa del tutto inutile la redenzione. La strada della vita cristiana è assumere coscientemente la posizione del peccatore, riconoscere addirittura con fremito di affezione che la presenza di Cristo è la salvezza, e perciò il ritorno a Lui, il credere in Lui. L’assumere la posizione del peccatore è un seme di verità che contiene una potenza irresistibile di creazione di un uomo nuovo, di una vita nuova e di una presenza nuova. 

Preghiera

«Ritorniamo al Signore!» (Os 6,1). «Tu non gradisci il sacrificio; se offro olocausti, tu non li accetti. Uno spirito contrito è sacrificio a Dio; un cuore contrito e affannato tu, o Dio, non disprezzi» (Sal 50,18-19). Fa’ o Signore che mai ti presentiamo le nostre offerte come meriti, ma, quando avremo fatto tutto quello che ci chiedi, possiamo dire con autenticità: «O Dio, abbi pietà di me peccatore» (Lc 18, 13). 

Agire

Riconosco la mia condizione di peccatore e chiedo perdono a Dio per le mie mancanze. Poi offrirò a Dio il sacrificio della lode, pregando il Magnificat, e il sacrificio della carità, offrendo aiuto a una persona bisognosa.

Meditazione del giorno a cura di monsignor Luigi Negri, arcivescovo di Ferrara-Comacchio, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti  info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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