Ha preso il via oggi pomeriggio la celebrazione penitenziale nella Basilica di San Pietro che ha dato il via all’iniziativa “24 ore per il Signore”. Durante la funzione, il Pontefice confesserà alcuni fedeli. L’evento promosso dal Pontificio Consiglio per la nuova Evangelizzazione per la Quaresima vuole essere un’occasione di trasmissione della fede e di riscoperta del Sacramento della Riconciliazione a cui il Papa esorta sempre tutti i fedeli del mondo ad avvicinarsi.
L’iniziativa, inoltre, a partire dalle 20, coinvolgerà tre chiese del centro storico di Roma – Sant’Agnese in Agone, Santa Maria in Trastevere e Santissime Stimmate – che apriranno le proprie porte e metteranno a disposizione dei fedeli confessori per la celebrazione individuale del Sacramento della Penitenza. Intanto si terrà un’adorazione eucaristica che si protrarrà fino a notte inoltrata.
Sarà possibile confessarsi anche sabato 29 marzo, presso la rettoria di Sant’Agnese in Agone, fino alle ore 16. La giornata si concluderà poi alle 17.00 con la celebrazione dei Primi Vespri nella chiesa di Santo Spirito in Sassia, santuario cittadino della Divina Misericordia. Dunque “una vera festa del perdono”, come ha detto Papa Francesco durante l’Angelus di domenica scorsa.
Per saperne di più ZENIT ha incontrato, a poche ore dall’inizio delle “24 ore”, mons. Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione.
“L’iniziativa sta registrando un enorme successo”, ha detto, “sono centinaia i luoghi che hanno assicurato la loro partecipazione e sappiamo anche che molte altre diocesi faranno lo stesso anche se non lo hanno comunicato”.
L’arcivescovo ha quindi ricordato “la stretta relazione tra nuova Evangelizzazione e il Sacramento della Riconciliazione”, come indicato già dai vescovi riuniti nel Sinodo sulla nuova Evangelizzazione per la trasmissione della fede, svoltosi nell’ottobre 2012 in Vaticano.
Durante l’assise, ha proseguito, “molti Padri Sinodali hanno indicato che la Riconciliazione dovrebbe essere il Sacramento della nuova Evangelizzazione”. Nella dichiarazione redatta al termine dei lavori, i vescovi hanno espresso infatti il desiderio che “in ogni diocesi vi fosse almeno un posto dove ci sia sempre un buon sacerdote che accolga le persone per confessarle e dare segno della misericordia di Dio”.
Secondo l’arcivescovo, inoltre, “la trasmissione della fede trova nel Sacramento della Riconciliazione un importante punto di riferimento”, in quanto esso “è un aiuto che va dritto al cuore dei nostri contemporanei”. I quali – ha sottolineato – “sono tenuti a riflettere sulla propria vita, sui propri limiti e peccati”, in modo da “sentire il bisogno di conversione prima di ascoltare la proclamazione del Vangelo”.
Con questo spirito si svolgerà dunque l’evento “24 ore per il Signore”. “Sarà un’esperienza di evangelizzazione – ha detto Fisichella – che non coinvolgerà solo Roma, ma avvicinerà tutte le diocesi, tutte le chiese che resteranno aperte contemporaneamente – alcune tutta la notte, altre solo poche ore – e che vivranno insieme un momento chiave nella Quaresima per ripensare la propria vita e l’esperienza del perdono”.
Alla domanda, infine, sul perché Papa Francesco insista tanto sul fatto che “questo è un tempo di misericordia”, mons. Fisichella ha risposto: “È un momento di misericordia, perché è un momento di crisi e che viene percepito di più nella debolezza e nei limiti”. Una debolezza, ha soggiunto, “che sta diventando quasi strutturale, che si riversa nel pensiero che viene trasmesso, nei comportamenti fragili delle persone che soffrono di forme di povertà non conosciute in precedenza”. Allo stesso tempo, è un tempo che segna una “maggiore presenza di spiritualità”: “Dove c’è crisi – ha incoraggiato Fisichella – dobbiamo dare ancora di più segni di speranza e di annuncio del Vangelo. La misericordia è proprio questo”.
“Tutti, oggi – ha quindi concluso il presidente del Pontificio Consiglio per la nuova Evangelizzazione – siamo ospiti a San Pietro, in tutte le chiese e in tutti i luoghi fino dove questo annuncio arriverà. Tutti siamo chiamati a rendere questo caloroso e significativo invito del Papa, e a vivere un momento di gioia e impegno”.