A tu per tu con il cardinale Giovanni Battista Re

Wojtyła, Francesco, il Conclave e il Sinodo sulla famiglia: ne parla il Prefetto emerito della Congregazione per i vescovi

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A margine della presentazione del libro “Le chiese stazionali di Roma. Un itinerario quaresimale” scritto dall’ambasciatrice Hanna Suchocka, che si è svolta lo scorso martedì 25 marzo, a Roma, abbiamo incontrato il cardinale Giovanni Battista Re. Il porporato è stato, dal 2000 al 2010, Prefetto della Congregazione per i Vescovi, l’organo della curia romana che si occupa in primo luogo dell’elezione dei nuovi vescovi, e nel Conclave che ha eletto Papa Francesco ha svolto il ruolo di Decano del Collegio cardinalizio.

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Lei è stato uno dei più stretti collaboratori di Giovanni Paolo II. Con quali parole descriverebbe Karol Wojtyła?

Card. Re: Giovanni Paolo II è stato grande sotto ogni aspetto: come uomo, come Papa e come Santo. Ed è stato grande anche come amico: veramente voleva bene ai suoi collaboratori e quindi ha sempre avuto grande attenzione per noi. Certo è un Papa che è rimasto nel cuore della gente. Era un uomo di grande spiritualità e al medesimo tempo molto attento alle persone e alle situazioni tanto concrete. Questo suo modo di essere ha influito sulla storia. Tutto ciò che ha caratterizzato il suo pontificato è stato ispirato da motivazioni  profondamente religiose: egli desiderava far riavvicinare gli uomini a Dio e ridare a Dio la cittadinanza in un mondo che non poche volte lo aveva dimenticato.

Poiché il decano e il vice decano del Collegio cardinalizio avevano raggiunto gli 80 anni di età, lei ha svolto le funzioni del decano, essendo per anzianità il primo dei cardinali. Quali sono stati i suoi sentimenti entrando ancora in Sistina per eleggere il Successore di Pietro?

Card. Re: Ho partecipato al conclave del marzo 2013 con altri 115 cardinali. Ho sentito molto la responsabilità di fronte a Dio di collaborare con Lui per trovare il Papa che andava bene per il nostro tempo. Ed è stato trovato un Papa che va proprio bene per questo tempo: un Papa caratterizzato da grande umanità, ma anche da grande spiritualità, semplicità, sobrietà e direi che è un Papa che corrisponde alle attese di questo momento difficile della storia del mondo.

Qual è l’aspetto di Papa Francesco che la colpisce maggiormente?

Card. Re: L’aspetto che si nota di più in lui – e che ha suscitato anche tanto simpatia – è il fatto di essere molto vicino alla gente. Questo Papa ha voluto abolire le distanze ed è molto vicino alla persone, cerca di avvicinarsi ad esse: basta vederlo nelle Udienze generali, quando si fa prossimo ai fedeli in piazza San Pietro abbracciandoli, baciandoli ed accarezzandoli.

La Chiesa si sta preparando a vivere in ottobre il Sinodo sulla famiglia. Se ne parla molto anche sui media, spesso con grande approssimazione. Come vede questo evento lei?

Card. Re: La famiglia e la spiritualità familiare sono peculiari per il futuro del mondo. Per cui è encomiabile l’attenzione del Papa verso le famiglie. È bene che prima di tutto ci si prepari bene alla vita familiare e cioè è necessario aiutare i fidanzati a prepararsi al matrimonio, alla spiritualità del matrimonio e della famiglia, poiché è all’interno della famiglia che avviene la trasmissione della fede. È importante quindi che il Papa abbia messo al centro del prossimo sinodo il tema della famiglia, perché oggi essa è minacciata e ha bisogno di essere difesa secondo il piano di Dio.

Per approfondimenti o informazioni: Àncora Online

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Nicola Rosetti

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