La Santa Sede ha approvato gli Statuti della Legio Mariae. Questa mattina, presso la sede del Pontificio Consiglio per i Laici, mons. Josef Clemens, segretario del dicastero, ha consegnato il decreto con cui la realtà ecclesiale viene riconosciuta quale associazione internazionale di fedeli.
Nata nel 1921 a Dublino, in Irlanda, per iniziativa di un gruppo di poche persone sotto la guida di Frank Duff, funzionario del Ministero delle Finanze e poi segretario del ministro della Difesa irlandese, la storica associazione si è diffusa capillarmente in tutto il mondo attraverso la formazione di migliaia di gruppi in tutti i Continenti.
L'identità della Legio Mariae è fortemente radicata nella spiritualità mariana e nell’affidamento allo Spirito Santo, che viene proposta ai membri quali obbiettivi prioritari, insieme alla propria santificazione e alla partecipazione alla missione evangelizzatrice della Chiesa. Tutto attraverso l’impegno in tanti apostolati al servizio dei poveri e dei sofferenti e di coloro che sono lontani dalla fede.
Nel suo discorso - riferisce la Radio Vaticana - mons. Clemens ha sottolineato che la Legio Mariae è "un segno tangibile di come lo spirito missionario dei laici, spesso vissuto unitamente agli impegni quotidiani nella famiglia e nell’attività lavorativa, può andare di pari passo con una profonda comprensione della chiamata alla santità ricevuta per mezzo del Battesimo”.
“L’intera storia della Legione – ha detto il presule - è una meravigliosa testimonianza di fede: fede nell’onnipotenza di Dio, fede nella forza della preghiera a Maria”. E mostra come “le preghiere a Maria pronunciate con fede hanno sempre ottenuto risposta”.
Un aspetto, questo, che appare ancora più straordinario se si ricordano gli "umili inizi" della Legione: "Nel 1921 Frank Duff – ha detto Clemens - ebbe l’intuizione di formare una schiera spirituale di servi devoti alla Vergine, portando Maria al mondo e attraverso Lei il mondo a Gesù". "E’ stata una vera intuizione profetica”, ha concluso, oltre che "una viva testimonianza di quanto Dio può operare attraverso cuori umili”. (S.C.)