Città del Vaticano, ore 10.15: il corteo blindato che accompagna Barack Hussein Obama ha varcato il cortile di San Damaso. Primo ad accogliere il presidente degli Stati Uniti è il prefetto della Casa Pontificia, monsignor Georg Gainswein.
Quest’ultimo è uno dei pochi volti “vaticani” già noti ad Obama: lo aveva conosciuto nel luglio 2009, in occasione dell’incontro con Benedetto XVI, quando Gainswein era segretario del pontefice tedesco.
Ne è seguito uno degli incontri più lunghi della storia recente della diplomazia vaticana: per circa 50 minuti Barack Obama e papa Francesco hanno discusso su temi, che vanno dalla pace, alla difesa della vita, dalla migrazione all’obiezione di coscienza.
Accompagnato, tra gli altri, dal Segretario di Stato, John Kerry, dall’ambasciatore statunitense presso la Santa Sede, Kenneth Hackett, dal Consigliere per la Sicurezza, Susan Rice, e dal portavoce della Casa Bianca, Jay Carney, il presidente Obama è stato accolto dal Santo Padre nella sala antistante il suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano.
“È un onore incontrarla, sono un suo grande ammiratore”, ha detto Obama rivolto a Francesco. Il colloquio tra i due capi di stato si è quindi tenuto nello studio del Pontefice, alla presenza di due interpreti. Non essendo accompagnato dalla moglie, né dalle figlie, Obama ha portato al Vescovo di Roma, i saluti della sua famiglia.
Al momento del tradizionale scambio di doni, il presidente americano ha consegnato al Papa una cassetta in cuoio e legno, ricavata da alcuni frammenti lignei del vecchio Santuario dell’Assunzione della Vergine Maria, a Baltimora, considerata la più antica cattedrale cattolica degli Stati Uniti.
All’interno della scatola erano contenuti alcune manciate di semi di varie specie ortofrutticole, coltivate nel giardino della Casa Bianca. “Se avrà la possibilità di visitare la Casa Bianca, lei potrà vedere il giardino”, ha spiegato il Presidente al Papa, il quale, in spagnolo, ha prontamente replicato: “Como no!”.
Il biglietto che ha accompagnato il singolare omaggio per il Santo Padre spiega che quel dono che “onora l’impegno di Sua Santità a seminare i semi di pace globale per le future generazioni”.
Da parte sua, Francesco ha donato ad Obama due medaglie: la prima, in bronzo fuso, rappresenta un angelo che simbolicamente abbraccia i due emisferi settentrionale e meridionale del globo e, contemporaneamente, sconfigge il dragone infernale. Sulla medaglia è incisa la scritta: “Un mondo di solidarietà e pace fondato sulla Giustizia”.
La figura dell’angelo illustra le sfide del mondo contemporaneo, a partire dall’armonia tra il Nord e il Sud del mondo, nel combattere forze distruttive come lo sfruttamento dell’uomo e le nuove forme di colonialismo, indifferenza, sfiducia e pregiudizio.
La seconda medaglia è una replica di una medaglia commemorativa della posa della prima pietra del colonnato settentrionale di piazza San Pietro. La scultura rappresenta il mai realizzato progetto del Bernini per un terzo colonnato che avrebbe sostanzialmente circondato l’intera piazza.
Papa Francesco ha anche regalato ad Obama una copia della sua Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium. “Probabilmente lo leggerò nella Sala Ovale, nei miei momenti di profonda frustrazione e sono sicuro che mi darà calma e forza”, ha commentato il presidente.
A conclusione dell’incontro, prima di iniziare un colloquio successivo con il cardinale Segretario di Stato, Pietro Parolin, Obama ha ringraziato papa Francesco in spagnolo: “Muchas gracias. Per favore, preghi per me e per la mia famiglia. Loro sono il significato di questo viaggio”, ha detto il presidente americano, alludendo al viaggio della vita. Scherzando, ha aggiunto: “Mia moglie e le mie figlie devono sopportarmi…”.
“I cordiali colloqui – si legge in una nota della Sala Stampa della Santa Sede – hanno permesso uno scambio di vedute su alcuni temi attinenti all’attualità internazionale, auspicando per le aree di conflitto il rispetto del diritto umanitario e del diritto internazionale e una soluzione negoziale tra le parti coinvolte”.
Papa Francesco e Obama si sono inoltre soffermati su “questioni di speciale rilevanza per la Chiesa nel Paese, come l’esercizio dei diritti alla libertà religiosa, alla vita e all’obiezione di coscienza nonché il tema della riforma migratoria”.
Entrambi hanno infine espresso “il comune impegno nello sradicamento della tratta degli esseri umani nel mondo, conclude la nota.