Libano: cristiani e musulmani ai piedi di Maria

Si è svolto oggi l’VIII incontro di preghiera islamo-cristiano a Jamhour. Il messaggio di Papa Francesco: “Lavoriamo insieme per la pace e il bene comune, contribuendo all’edificazione della società”

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Anche il Libano festeggia oggi la Solennità dell’Annunciazione di Maria. Quattro anni fa il 25 marzo è stato dichiarato giorno di festa nazionale, ma già da otto era occasione di incontro e di preghiera comune tra cattolici e musulmani ai piedi della Vergine di Notre Dame di Jamhour.

Si è svolto oggi pomeriggio, infatti, l’VIII incontro di preghiera islamo-cristiano nella località libanese, promosso dall’Associazione degli ex-allievi del Collegio dell’Università San Giuseppe e del Collegio di Jamhour. Un appuntamento che “rallegra” il Santo Padre Francesco, come ha lui stesso dichiarato in un messaggio inviato ai partecipanti dell’incontro, a firma del cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin.

“Il Papa – si legge nel testo – vi incoraggia, cristiani e musulmani, a lavorare insieme alla pace ed al bene comune, contribuendo così allo sviluppo integrale delle persone e all’edificazione della società”.

All’appuntamento di oggi a Jamhour, riferisce la Radio Vaticana, era presente anche padre Miguel Ángel Ayuso Guixot, segretario del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, il quale, prendendo spunto dalle parole del Pontefice ha ribadito che “il dialogo è una comunicazione biunivoca”. Dialogare – ha affermato – consiste “nel parlare ed ascoltare, nel dare e ricevere in vista di uno sviluppo e di un arricchimento reciproco”. Si fonda quindi “sulla testimonianza della propria fede e su un’apertura alla religione dell’altro”.

Ciò – ha detto – non significa “tradire la missione della Chiesa”, tantomeno dare spazio a “un nuovo metodo di conversione al cristianesimo”, ma si tratta di dar vita ad un dialogo interreligioso fondato su quattro basi: “Vita, opere, scambi teologici ed esperienze religiose”.

Padre Ayuso – riporta ancora l’emittente vaticana – ha poi messo in luce la comune devozione di cristiani e musulmani alla Vergine Maria, “menzionata più volte nel Corano”, che – ha detto – è “modello di dialogo perché insegna a credere, a non fermarsi su certezze acquisite, ma ad aprirsi agli altri ed a rimanere disponibili”.

La comune devozione alla Madre di Dio, ha osservato il segretario del Dicastero per il Dialogo Interreligioso, crea “sentimenti di amicizia” e può “incoraggiare la collaborazione, la solidarietà” tra cristiani e musulmani, insieme con il “riconoscimento reciproco come figli di un unico Dio, appartenenti alla medesima famiglia umana”.

Dunque, ha concluso, è “con stima che la Chiesa si rivolge ai credenti dell’islam” e al di là delle “differenze teologiche notevoli” tra le due religioni, proprio “la venerazione condivisa per Maria può costituire un terreno favorevole alla coabitazione tra le due comunità”.

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ZENIT Staff

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