“La salvezza non si compra, non si vende: si regala. È gratuita”. Ma per guadagnarsela, una condizione comunque è necessaria: avere un cuore umile, docile, come quello di Maria. Il Papa è partito da qui, dal cuore della Vergine Madre di Dio, per articolare la sua riflessione nella Messa a Santa Marta di oggi, Solennità dell’Annunciazione.
Ma prima di arrivare a parlare del cuore “obbediente” di Maria, il Pontefice ha ripercorso la storia della salvezza come narrata dalle Scritture. Una storia, o meglio un “cammino” incominciato “con una disobbedienza”: quella di Adamo ed Eva che, cedendo alle tentazioni del demonio, si sono lasciati inquinare il cuore dalla “superbia”, finendo per essere allontanati dal Paradiso.
Un cammino che però si conclude con una “obbedienza”: il sì di Maria all’annuncio dell’Arcangelo Gabriele. Come affermava Sant’Ireneo di Lione infatti: “Il nodo che ha fatto Eva con la sua disobbedienza lo ha sciolto Maria con la sua obbedienza”. Il tutto per dimostrare che il Signore non ha mai smesso di accompagnare “l’umanità in questo lungo cammino”. “Ha fatto un popolo. Era con loro”, ha detto il Papa.
E ha ribadito che, in tale itinerario, “le meraviglie di Dio si moltiplicano”. Ma perché il Signore “camminava con il suo popolo, con tanta tenerezza?”, ha domandato. “Per ammorbidire il nostro cuore”, lo afferma Dio stesso “esplicitamente”: “Io farò del tuo cuore di pietra un cuore di carne”.
Il fine del Signore è “ammorbidire il nostro cuore per ricevere quella promessa che aveva fatto nel Paradiso”, ha rimarcato il Santo Padre: “Per un uomo è entrato il peccato, per un altro uomo viene la salvezza. E questo cammino tanto lungo aiutò tutti noi ad avere un cuore più umano, più vicino a Dio, non tanto superbo, non tanto sufficiente”.
Dunque, il cammino prefigurato da Dio per l’uomo è un “cammino di restaurazione”, scandito dalla “obbedienza”, dalla “docilità alla Parola di Dio”, ha affermato il Pontefice. La meta ultima è la salvezza che non possiamo accaparrarci “da noi stessi”: “La salvezza è un regalo, totalmente gratuito”, ha ribadito, essa “non si compra con il sangue né di tori né di capre: non si può comprare. Soltanto, per entrare in noi questa salvezza chiede un cuore umile, un cuore docile, un cuore obbediente”. Come quello di Maria.
E “il modello di questo cammino di salvezza è lo stesso Dio, Suo Figlio” – ha evidenziato Bergoglio – il quale, afferma San Paolo, “non stimò un bene irrinunciabile essere uguale a Dio”. La chiave è “l’umiltà”, “l’umiliazione”, che significa semplicemente riconoscere: “Io sono uomo, io sono donna e Tu sei Dio, e andare davanti, alla presenza di Dio”. Allora, ha esortato il Santo Padre, in questo giorno in cui la Chiesa celebra la Solennità dell’Annunciazione, “facciamo festa: la festa di questo cammino, da una madre a un’altra madre, da un padre a un altro padre”.
Se “oggi possiamo abbracciare il Padre” – ha soggiunto – è “grazie al sangue del suo Figlio” che “si è fatto come uno di noi, ci salva”. “Questo Padre ci aspetta tutti i giorni…”, ha concluso Papa Francesco. E se a volta capita di dimenticarsene “guardiamo l’icona di Eva e di Adamo, guardiamo l’icona di Maria e Gesù, guardiamo il cammino della Storia con Dio che camminava con il suo popolo. E diciamo: Grazie. Grazie, Signore, perché oggi Tu dici a noi che ci hai regalato la salvezza”.