Dio è più grande del male

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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Lettura

Nella Dives in Misericordia la parabola del figliol prodigo, commentata impareggiabilmente da Giovanni Paolo II, è presentata come il manifesto permanente del Cristianesimo nella sua struttura essenziale, definitivamente custodito e comunicato da questo brano evangelico. 

Meditazione

Consapevolezza del limite, del peccato, consapevolezza di una permanente tentazione idolatrica di sostituire Dio con la propria misura, con i propri progetti: è questa presenza del peccato che morde l’uomo nella profondità della sua esistenza e rende triste e complicata la sua esistenza sulla terra. Dal cuore di questa consapevolezza fiorisce però la certezza che Dio è più grande del nostro male. Egli perdona continuamente il suo popolo ed è questo perdono il segno definitivo della sua misericordia per noi. Ora, però, il cammino dell’uomo è segnato o dalla libertà positiva o dalla libertà che nega tale misericordia. La parabola del figliol prodigo approfondisce in maniera compiutissima il senso del peccato individuato come rifiuto della figliolanza divina, rifiuto della vita autentica che è data dalla familiarità con Dio Padre, per correre dietro i propri istinti e dilapidare, così, ogni risorsa della vita. Tutto ciò è ben espresso nell’immagine dell’uomo che, avendo rifiutato la casa del padre e avendo dissipato le sue sostanze, è costretto a rubare il cibo ai maiali per un minimo di sostentamento. Questo è l’uomo che oggi, come duemila anni fa, rifiuta Dio. Rifiutare Dio vuol dire scendere al di sotto del livello della propria umanità, condannarsi ad una vita senza dignità. Appare oltremodo potente la definizione di questa situazione nel magistero di Papa Benedetto XVI: «L’apostasia dell’uomo da Cristo finisce per diventare l’apostasia dell’uomo da se stesso». Questa logica però viene completamente sconvolta da due fattori, entrambi essenziali. La volontà del figlio di uscire da questa situazione, di ritornare, e la misericordia del padre che durante la lontananza del figlio minore si era fatta fedele attesa di colui che non poteva non tornare. La parabola mostra una particolare concentrazione sulla dignità dell’uomo, cioè sulla sua libertà. 

Preghiera

Padre buono donaci l’umiltà di saper tornare da te chiedendo perdono per esserci allontanati, certi che ci accoglierai a braccia aperte. Allontana da noi la stessa superbia del fratello maggiore di avanzare pretese, perché ciò che è tuo lo hai preparato anche per noi. Cancella ogni giudizio di condanna e inonda il nostro cuore di gioia grande per il fratello che ritorna a te. Amen. 

Agire

In preparazione alla terza domenica di quaresima, oggi celebrerò il sacramento della riconciliazione per confessare la grandezza della misericordia divina, che sempre accoglie i figli pentiti che tornano alla Casa paterna. 

Meditazione del giorno a cura di monsignor Luigi Negri, arcivescovo di Ferrara-Comacchio, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti  info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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