"È essenziale che noi cittadini UE ci rechiamo ai seggi elettorali il 22-25 maggio"

I vescovi della Comece, in Plenaria a Bruxelles, diffondono un comunicato in cui esortano a sostenere il progetto europeo perché, affermano, “abbiamo troppo da perdere con un possibile deragliamento”

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Primi risultati dalla Plenaria di primavera della Comece, la Commissione degli episcopati della Comunità europea riunita, da mercoledì 19 marzo, per la tre giorni nella sede di Bruxelles. Ieri pomeriggio, i venti presuli hanno diffuso una dichiarazione pubblica in vista delle elezioni per l’Europarlamento, in programma dal 22 al 25 maggio nei 28 Stati aderenti.

Il documento – riferisce l’agenzia Sir – è stato presentato a Bruxelles dal presidente Comece, il cardinale Reinhard Marx, a poche ore di distanza dall’inizio di un importante riunione del Consiglio europeo. Durante quest’ultimo incontro sono stati trattati temi economici e inerenti alla situazione in Ucraina, e non sono mancati ampi riferimenti alle stesse elezioni per l’Eurocamera. 

Proprio da quest’ultimo punto parte la dichiarazione dei vescovi della Commissione, che nel comunicato scrivono: “L’esito delle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo darà forma alla legislatura Ue per i prossimi cinque anni e avrà rilevanti implicazioni per coloro che guideranno l’Unione”. 

Dunque, è “essenziale”, secondo i presuli, che i cittadini Ue “partecipino al processo democratico esprimendo il loro voto il giorno delle elezioni. Più elevata sarà l’affluenza, più forte sarà la nuova legislatura”. “Sentiamo come nostro dovere – aggiungono – di offrire orientamenti all’elettore formandone la coscienza, e desideriamo farlo sottolineando le questioni di rilievo, valutandole attraverso il prisma della dottrina sociale cattolica”. Nella spernza che tali “raccomandazioni possano essere ascoltate con favore anche da parte di tutti gli uomini e le donne di buona volontà che hanno a cuore il successo del progetto europeo”. 

Innanzitutto i vescovi europei ribadiscono il diritto e il dovere del voto, sottolineando anche la gravità del momento connessa alla crisi economica che perdura dal 2008. “Il messaggio cristiano è un messaggio di speranza”, affermano, dunque “è nostra convinzione che il progetto europeo sia ispirato da una visione nobile del genere umano. Singoli cittadini, comunità e anche Stati-nazione devono essere capaci di mettere da parte l’interesse particolare alla ricerca del bene comune”.

Nel documento, un richiamo va alla esortazione “Ecclesia in Europa” del Beato Giovanni Paolo II del 2003, “un testo di speranza” secondo cui è “con ferma convinzione in un futuro migliore che la Chiesa si accosta alla sfida europea”. 

Lo sguardo dei presuli si concentra poi su otto specifici punti delle politiche comunitarie: “È importante – scrivono – che il susseguirsi dei passi nella direzione dell’unità all’interno dell’Ue non sacrifichi il principio di sussidiarietà, un pilastro basilare dell’unica famiglia di Stati-nazione che costituiscono l’Ue, né comprometta le risalenti tradizioni prevalenti tra gli Stati membri”.

Affermano, inoltre, che “un altro pilastro dell’Unione, ma anche un principio posto alla base della dottrina sociale, è quello della solidarietà”. Pertanto, “occorre fare in modo che esso guidi le politiche a ogni livello all’interno dell’Ue”, al fine di “costruire un mondo differente, con la solidarietà al suo cuore”. 

La Comece sottolinea poi che “è essenziale ricordare che tutte le aree delle politiche socio-economiche sono sorrette da una visione dell’uomo radicata in un profondo rispetto della dignità umana”. “La vita umana – si legge nel testo – deve essere protetta dal momento del concepimento fino a quello della morte naturale. La famiglia, quale elemento costruttivo fondamentale della società, deve anch’essa godere della protezione di cui necessita”.

Tutela invocata anche per i movimenti migratori, per cui i vescovi ribadiscono che “la responsabilità dell’accoglienza e dell’integrazione dei migranti e dei richiedenti asilo deve essere condivisa in maniera proporzionata dagli stati membri”. 

La dichiarazione della Commissione richiama, infine, i temi ambientali, la libertà religiosa (“è una caratteristica fondamentale di una società tollerante e aperta”), le “misure volte a proteggere il giorno di riposo settimanale comunemente condiviso, che è la domenica” e, non ultimo, il “cambiamento demografico”.

L’Unione Europea “è a un punto di svolta”, chiosano i vescovi, dunque va sostenuta, perché “abbiamo troppo da perdere da un eventuale deragliamento del progetto europeo”. In conclusione, un appello: “È essenziale che tutti noi cittadini europei ci rechiamo ai seggi elettorali il 22-25 maggio. Noi vescovi raccomanderemo che il voto venga espresso in risposta alle sollecitazioni di una coscienza informata”. 

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ZENIT Staff

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