Sono state quasi 400 in Piazza Paolo VI a Brescia, le sentinelle che sabato 15 marzo hanno manifestato pacificamente, in silenzio, in piedi, leggendo un libro, rivolti verso il Palazzo Broletto, il palazzo comunale, “che rappresenta la politica alla quale ci rivolgiamo”, precisa Matteo Disetti, il referente bresciano delle Sentinelle.
Di veglia in veglia, da agosto oggi, le sentinelle sono sempre più numerose. Si dichiarano contro le discriminazioni agli omosessuali, che siano ingiurie, offese verbali, violenze fisiche e non; si dichiarano contrari ad ogni discriminazione in genere fatta per ragioni di sesso, religione, razza, disabilità, età.
Manifestano per la libertà di pensiero, di opinione, contro le discriminazioni. Vogliono potere essere liberi di pensare che la famiglia è formata da un padre e da una madre, un maschio e una femmina.
“Uno è sentinella in piedi tutti i giorni”, esordisce Matteo Disetti, il referente bresciano delle Sentinelle in apertura di veglia.
Poco distanti, nella piazza costruita in stile fascista ai tempi del regime, Piazza Vittoria, sostano quasi 40 persone del gruppo LGBT e dei centri sociali per manifestare contro le Sentinelle.
Un manipolo di facinorosi si trasferiscono in Piazza Duomo per disturbare e contrastare le sentinelle. Hanno fatto rumore, gridato in modo sguaiato, insultato i lettori delle sentinelle.
La libertà di pensiero e di opinione, tutelata come diritto primitivo, diritto umano, non è tutelata da questi gruppi che vogliono un unico pensiero, il loro.
Le forze dell’ordine hanno protetto questo diritto, sono riuscite a difendere le sentinelle, anche in questo caso, per fortuna, senza violenza.
“Siamo contenti che siano presenti quelli che non la pensano come noi”, dice Disetti in conclusione della veglia perché le sentinelle credono nel dialogo e desiderano che possa esserci un dialogo vero. “Siamo qui per amore!”, incalza Disetti. Applauso delle sentinelle.
“Le forze dell’ordine hanno garantito la nostra libertà. La libertà non è una cosa che avremo sempre se non combattiamo per difenderla”, spiega il portavoce bresciano delle sentinelle.
La Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, ricorda Matteo Disetti, riconosce tra i diritti umani pre-esistenti, inviolabili, il diritto all’educazione in capo alle famiglie. “Vogliono toglierci questo diritto – spiega Disetti -. Abbiamo un lavoro da fare: essere sentinelle tutti i giorni. Vegliare ogni giorno nel proprio ambiente su quanto accade”. Soprattutto nella scuola… Bisogna “informare tutti quelli che possiamo su ciò che sta accadendo” esorta Disetti.
Ma che cosa sta accadendo? Il disegno di legge Scalfarotto contro l’omofobia introduce un reato di opinione, di matrice dittatoriale; nello specifico è omofobo anche chi pensa che il matrimonio sia da considerarsi quello tra un uomo e una donna e che un figlio ha bisogno di un padre-maschio e una madre-femmina.
Il documento dell’UNAR Strategia Nazionale per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere, è una rieducazione in chiave gender di bambini e adolescenti dall’età prescolare in poi, dei docenti e dei dirigenti scolastici, degli operatori dei media. L’educazione affettiva e sessuale viene completamente tolta alla famiglia. Finanziamenti all’UNAR per questo documento? Sì, 10mila €, dati dal governo, quello Monti appena caduto, in tempo di crisi. Tolti ai giovani, alla scuola, alla ricerca, all’università, alle famiglie, ai disabili, all’assistenza…
“Questo documento – si legge in una comunicazione dell’AGE (Associazione Italiana Genitori) lombarda – le cui indicazioni possono essere attuate all’interno di progetti apparentemente consueti, come la prevenzione del bullismo (i quali a loro volta possono godere di finanziamenti pubblici), in determinati contesti è stato utilizzato per introdurre nelle scuole l’ideologia “gender” e le tematiche LGBT (lesbiche, gay, bisessuali e transessuali), talora con esemplificazioni fin troppo concrete e dettagliate”.
La guida Standard di Educazione Sessuale in Europa è una guida per i governi, sviluppata dall’ufficio europeo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), in collaborazione con l’agenzia governativa tedesca per l’Educazione Sanitaria. Secondo la guida, scritta da 14 persone tra cui nessun italiano, nessun cristiano, nessun rappresentante delle famiglie. Da 0 a 4 anni, l’OMS prescrive tra l’altro l’apprendimento del “godimento e piacere quando giochiamo con il nostro corpo: la masturbazione della prima infanzia”; “gli educatori dovranno trasmettere informazioni su masturbazione infantile precoce e scoperta del corpo e dei genitali” ai bambini, “mettendoli in grado di esprimere i propri bisogni e desideri, ad esempio nel ‘gioco del dottore'”.
Dopodiché, fino ai sei anni, i piccoli dovranno essere istruiti “sull’amore e sulle relazioni con persone dello stesso sesso”, affrontando “argomenti inerenti la sessualità con competenza comunicativa”. Da 4 a 6 anni è l’età ideale per “parlare di questioni sessuali”, esplorare “le relazioni omosessuali” e “consolidare l’identità di genere”. Tra i 6 e i 9 anni, gli esperti dell’OMS sono pronti a conoscere e difendere i “diritti sessuali di bambini e bambine” con informazioni sui “diversi metodi contraccettivi”.
Compiuti i 9 anni, fino ai 12, potranno essere informati sui “rischi e conseguenze delle esperienze sessuali non protette”, ovvero le malattie sessualmente trasmissibili e le gravidanze indesiderate. La guida afferma: “l’impatto della maternità e della gravidanza tra gli adolescenti (cioè la crescita dei figli, la pianificazione familiare, i progetti di studio o di vita, la contraccezione, il processo decisionale e la cura nel caso di gravidanze indesiderate”.
Dai 12 ai 15 anni i docenti avranno il compito di insegnare agli adolescenti la “pianificazione familiare”, mettendoli in condizione di comprendere l'”impatto della maternità in giovane età”, rendendoli consapevoli inoltre della possibilità dell’aborto. Per l’Oms, inoltre, nella fascia puberale, i giovani dovranno essere informati riguardo la possibilità di avere figli anche in relazioni omosessuali, e dovranno imparare a conoscere il concetto di prostituzione e pornografia, svincolando i ragazzi dalla “influenza della religione sulle decisioni riguardanti la sessualità”.
Da non dimenticare: è prevista la caccia all’omofobo. Si premiano i delatori a scuola e sui posti di lavoro. Se si individua un possibile omofobo, va segnalato! E per aiutarti ad individuarlo, l’omofobo cattivo, l’UNAR descrive alcune caratteristiche tipiche del moderno untore manzoniano, una per tutte: tanto più è religioso, kattolico, tanto più è omofobo!
“Tremate, tremate le streghe son tornate!”, sì, perché esprimere un pensiero contrario al’ideologia gender, credere che di sessi ce ne siano solo due, è un pensiero controtendenza che può danneggiare i detentori del pensiero unico LGBTQ.
Quadro fosco alla 1984 Orwell o subdola realtà? Mah… “Ricordatevi – dice in conclusione Disetti – che la libertà che abbiamo oggi non è garantita domani”. Il disegno legge Scalfarotto, approvato alla Camera a settembre, in attesa di approvazione al Senato, prevede prigione e rieducazione per chi esprime idee considerate (da chi? come?) omofobe.
“Ci ascolteranno se siamo in tanti”, conclude Disetti.
Le Sentinelle oggi sono in 50 città; per info: www.sentinelleinpiedi.it.