Dio gli ha affidato suo Figlio

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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Lettura

L’immagine di Giuseppe richiama ciascuno di noi a prendere coscienza della propria vocazione cristiana e a viverne quotidianamente la grande condizione: l’obbedienza della fede che fa partecipare ad una vita nuova e non il rigore della legge, che ci renderebbe soltanto consapevoli dei nostri limiti, dei nostri peccati, sui quali non si aprirebbe nessuna prospettiva di perdono e di liberazione. 

Meditazione

È la festa del custode della redenzione, come lo ha definito Giovanni Paolo II. San Giuseppe ha accettato di condividere la propria vita con quella di Maria, accogliendo non solo il mistero della sua vita, come ogni persona che si sposa accoglie nella propria vita il mistero della vita altrui, ma accogliendo il mistero della straordinaria vocazione di Maria, che andava al di là di qualsiasi immaginazione; il che, di certo, non significava esimerlo dal subire quelle malignità e quelle gelosie a cui i fidanzati e futuri sposi dell’epoca erano solitamente sottoposti, nel contesto in cui vivevano. Giuseppe accettò che questa decisione gli fosse formulata con chiarezza dal mistero di Dio e la assunse fino in fondo. La grandezza di Giuseppe, alla cui custodia il mistero di Dio ha affidato il Figlio fatto uomo, sta nell’avere non cercato di ridurre il mistero della vocazione di Maria a lei stessa, ma di essersi aperto, insieme a Maria, a questo mistero che travolgeva ogni misura, orientando la loro vita in una prospettiva assolutamente inconcepibile. Madre del figlio di Dio fatto uomo, Custode di quella casa in cui il figlio di Dio avrebbe compiuto i suoi passi umani e storici. Gli fu chiesto di vegliare perché questi passi trovassero il massimo di verità e il massimo di bontà. La fede grande di san Giuseppe diventa così l’ideale di vita del cristiano. Anche la nostra vita è visitata da un mistero più grande di noi, non la legge, ma la chiamata dentro una novità di vita che va al di là di qualsiasi possibile immaginazione, non sul filo della semplice giustizia, ma sul filo della giustizia che viene dalla fede. Tutti noi, dunque, siamo eredi di Dio in Gesù non in virtù della giustizia, ma in virtù della fede e in virtù della grazia che investe la nostra libertà, a cui la nostra libertà è chiamata ad aprirsi. 

Preghiera

O casto Sposo di Maria, sei l’uomo che ha accolto la parola dell’angelo del Signore e l’hai custodita donando la tua vita, cosicché la volontà di Dio potesse giungere a compimento. Intercedi per noi affinché riceviamo il dono del discernimento per ascoltare, comprendere ed attuare la Volontà di Dio nella nostra vita, credendo con fiducia, saldi nella speranza. Amen. 

Agire

A ciascuno di noi Dio ha affidato qualcuno o qualcosa da custodire, di cui prendersi cura. Oggi mi interrogo se “mi prendo cura” e “custodisco” con vero amore, come san Giuseppe, e individuo le situazioni dove devo mettere maggiore coscienza e impegno nel custodire il dono/compito che Dio mi ha dato. 

Meditazione del giorno a cura di monsignor Luigi Negri, arcivescovo di Ferrara-Comacchio, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti  info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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