Qual è il nostro rapporto con il mondo che ci circonda? La società di oggi è profondamente diversa da quella del secolo scorso. Internet ha abbattuto ogni confine, ed è sempre più facile incontrare persone che provengono da Paesi e culture differenti.
Siamo veramente pronti all'accoglienza, alla condivisione, al dialogo con tutti? Oppure siamo ancora chiusi nel nostro guscio?
Può sembrare strano parlare di questo in un’epoca come la nostra, dominata dalle grandi comunicazioni. E’ sufficiente spingere un tasto del computer per entrare in contatto, via Internet, con persone che abitano a migliaia di chilometri di distanza. Eppure, per alcuni giovani, appare sempre più difficile stabilire relazioni vere e costruttive.
Questo accade perché i rapporti umani diventano sempre di più rapporti “mediati”: relazioni indirette e limitate nelle emozioni, in quanto “filtrate” attraverso alcuni strumenti: il computer, il telefonino, il blog, il social network, il messaggino, la chat...
E' importante che questi strumenti non prendano il posto del cuore, dell’anima, di una voce, di un sorriso, di una stretta di mano…
Purtroppo esiste un terreno culturale preciso in cui i giovani sviluppano la tendenza a vivere relazioni “mediate”. Si può ritrovare fin dai tempi dell’infanzia. Negli ultimi anni sta scomparendo l’antica tradizione del cortile, dove i ragazzi si riunivano per respirare all’aria aperta e immergersi in giochi di gruppo, festosi e creativi.
I bambini crescono sempre più soli. Trascorrono intere giornate in compagnia di amici virtuali, navigando su Internet o immergendosi nelle “fantasie già pronte” dei videogiochi.
Sempre più bambini e ragazzi si ritrovano intrappolati nelle “piazze virtuali”, che hanno preso il posto dei cortili di una volta. Per questa ragione alcuni giovani sono in difficoltà nel costruire le loro relazioni.
I giochi di un tempo, fatti in cortile, non erano soltanto momenti di svago. Erano una solida base per costruire il futuro delle nuove generazioni. Attraverso l’atmosfera ludica, si imparava a comprendere il valore dell’altro. Ci si abituava ad avere delle regole e a rispettare il prossimo. Ridendo e scherzando, si scopriva l’importanza delle persone.
Oggi, invece, questa scoperta avviene troppo tardi, perché i bambini giocano e crescono sempre di più in una condizione di solitudine. Ed è proprio questo ritardo che rappresenta un terreno fertile per lo sviluppo di future relazioni virtuali.
Tanti ragazzi, oggi, invece di esprimere un’opinione in pubblico, trascorrono ore a discutere sui social network. Invece di dire: “Ci vediamo stasera al muretto”, si danno appuntamento in qualche chat.
Ma perché tanti ragazzi scelgono le relazioni virtuali? Forse perché, così facendo, si sentono meno giudicati e più protetti.
Sono tante le pressioni psicologiche che i giovani subiscono nella società odierna. Viviamo nell’era dell’immagine, in cui tutto dovrebbe essere impeccabile. Le edicole sono piene di calendari con le fotografie (a volte ritoccate al computer) di modelle e attrici dalla bellezza irraggiungibile. Gli stessi falsi miti dominano anche la televisione, le copertine delle riviste e gli spot pubblicitari.
I ragazzi che non riescono ad assomigliare a certi modelli di perfezione assoluta rischiano di entrare in crisi. Si sentono incompleti, quasi inferiori. Per questa ragione preferiscono l’ambiente protetto del web, dove hanno la possibilità di nascondersi dietro una maschera.
Il rischio fondamentale delle relazioni “mediate” è la fuga della realtà. Trascorrere troppo tempo di fronte al computer significa perdere il contatto con le persone vere e disabituarsi al dialogo concreto con il mondo che ci circonda.
L’invasione del virtuale nella vita dei giovani suscita alcuni interrogativi. Come si fa a considerare il prossimo, se non ci si abitua realmente a incontrarlo e a dialogare con lui? Come si possono prendere a cuore i suoi problemi?
Per invertire la rotta, può essere utile aiutare i ragazzi a riscoprire la bellezza dei rapporti umani autentici. È importante cercare le persone vere. Vivere con loro, per comprenderle e amarle sul serio. Non attraverso la barriera di uno schermo o di un telefonino.
Questo sforzo personale potrà sicuramente contribuire alla crescita dei ragazzi, aiutandoli a sviluppare meglio i rapporti personali e di amicizia nel resto della loro vita. Una vita che non è mai isolamento, ma relazione vera ed incontro con gli altri.