C’è un passaggio della recente intervista che papa Francesco ha concesso a Ferruccio de Bortoli, direttore del Corriere della Sera, che ha rinnovato il dibattito sulla sua presunta discontinuità con il magistero di Benedetto XVI. Ad un certo punto, l’intervistatore chiede al Pontefice il motivo per cui non abbia raccolto l’appello ai “valori non negoziabili”. Il Papa risponde che questa espressione non l’ha “mai compresa”, in quanto – prosegue Bergoglio – “i valori sono valori e basta”. E aggiunge: “Non posso dire che tra le dita di una mano ve ne sia una meno utile di un’altra”.
È qui che si cela forse il congedo dell’attuale Pontefice dalla linea del suo predecessore, caratterizzata dall’attenzione nei confronti della “questione antropologica”? Sono in molti che in queste ore stanno rispondendo in maniera affermativa. Risposta che rischia tuttavia di risultare superficiale. Un contributo per approfondire la questione lo ha offerto a ZENIT padre Gonzalo Miranda, decano della Facoltà di Bioetica dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum.
“Innanzitutto – ci tiene a spiegare padre Miranda – bisogna tener presente che ogni Papa, come ogni persona, ha una sua sensibilità e un orizzonte di valori in cui ne spiccano alcuni più di altri. E questo è un bene per la Chiesa e per la società a cui il Papa si rivolge”.
Detto ciò, padre Miranda invita a “contestualizzare” il discorso nel quale Benedetto XVI utilizzò per la prima volta l’espressione “principi non negoziabili”. Si tratta di un intervento del 2006 che il Papa emerito riservò ai congressisti del Partito Popolare Europeo. Dunque a dei politici, di tradizione democristiana. “Era un periodo, quello – ricorda padre Miranda a proposito dei dibattiti interni a quella realtà politica -, in cui era molto accesa la contrapposizione tra chi è più sensibile ai temi della famiglia e della vita e chi invece lo è più verso le questioni sociali”.
L’intento di Benedetto XVI, secondo padre Miranda, fu quello di dirimere la questione. E per farlo formulò un’espressione originale che attinge però alla dottrina della Chiesa cattolica.”Secondo me – approfondisce padre Miranda – Benedetto volle spiegare che su alcuni temi anche tra i cattolici possono esistere strategie diverse, persino divergenti”. Ne fornisce un esempio. “Qualcuno – spiega – può sostenere che aumentare le tasse è utile perché consente allo Stato di elargire più servizi, mentre qualcun altro può obiettare che è necessario abbassarle per far crescere la produzione e quindi i posti di lavoro”. Soluzioni diverse, “ma che nascono da un comune riconoscimento del bene sociale”.
Su altri temi, però, alla luce dello stesso scopo che è il bene sociale, non esistono margini di compromesso. Per questo, prosegue padre Miranda, “nel suo discorso Benedetto XVI enuncia tre ‘principi non negoziabili’, nel senso che sono validi per tutti”. Il Papa emerito fa riferimento alla “tutela della vita in tutte le sue fasi, al riconoscimento della struttura naturale della famiglia fondata sul matrimonio e al diritto dei genitori di educare i propri figli”.
Padre Miranda spiega poi il motivo per cui Benedetto XVI ha individuato proprio in questi tre i “principi non negoziabili”. “Li ha definiti tali poiché sono iscritti nella natura dell’essere umano. Proprio per questo sono il fondamento dei diritti universali”. E in quanto “non opinabili”, è compito dei politici “farli rispettare e promuoverli”.
Concetti che già Giovanni Paolo II, ricorda padre Miranda, aveva avuto modo di affermare. Nella fattispecie dell’enciclica Evangelium Vitae, “laddove scrive che per l’avvenire della società e lo sviluppo di una sana democrazia, urge ‘riscoprire l’esistenza di valori umani e morali essenziali e nativi, che scaturiscono dalla verità stessa dell’essere umano’. Pertanto, scrive ancora il Beato papa polacco, si tratta di valori che ‘nessun individuo, nessuna maggioranza e nessuno Stato potranno mai creare, modificare o distruggere’”.
È vero, questa insistenza peculiare dei suoi due predecessori su determinati temi, non è finora emersa in papa Francesco. Nella sua esortazione apostolica Evangelii Gaudium, ricorda padre Miranda che il Pontefice argentino “sostiene che non bisogna fissarsi su alcuni valori, e dice anche che se un parroco parla dieci volte della temperanza e solo due volte della giustizia, evidentemente c’è uno squilibrio”. Si tratta di un approccio diverso.
Padre Miranda tuttavia aggiunge: “Se io, da parroco, arrivo in una parrocchia dove regna la corruzione, è chiaro che dovrò parlare di quel problema perché più urgente. Pertanto la sottolineatura di alcuni valori rispetto ad altri dipende dalla sensibilità di chi parla ma anche della situazione concreta che vivono le persone alle quali ci si rivolge”. La riflessione del bioeticista prosegue: “Allora mi chiedo se i ‘principi non negoziabili’ enunciati da Benedetto XVI non siano oggi principi fortemente a rischio nelle società occidentali. Parliamo di Paesi dove alcune leggi minano il diritto naturale”.
Insomma, padre Miranda avverte che “è sì importante che si parli anche di questioni sociali, ma credo che in Occidente, oggi, non si debba assolutamente trascurare l’importanza dei principi che sottolineava Benedetto XVI”. Ma il fatto che papa Francesco sia più sensibile ad altri temi, l’inciso finale di padre Miranda, “non significa che stia cambiando la dottrina”. È solo, ribadisce, che “possiede un’altra sensibilità”. E questo, appunto, arricchisce la Chiesa.