Lettura
La lettura del profeta Isaìa interviene con decisione, in modo suggestivo e drammatico, sul fatto che questa permanente apertura dell’intelligenza, del cuore e della vita alla presenza di Cristo, si esprime e si documenta in una capacità di carità. Quella che ha portato Levi a lasciare tutto per Cristo.
Meditazione
È nella carità che la vita cristiana attinge la sua luce vera e la sua costruttività. Il Signore «ti sazierà in terreni aridi, rinvigorirà le tue ossa», riedificherà l’esistenza. La promessa dell’antico profeta all’antico popolo si fa incalzante e pertinente per ogni generazione cristiana. La fede mette il cristiano in una posizione di reale costruzione anche della vita storica, della vita sociale. L’immagine di Isaìa è bellissima: «Ti chiameranno riparatore di brecce, e restauratore di strade perché siano popolate». Questa inesorabile passione per l’uomo, per ogni uomo, per il suo destino, per la vita sociale, per la giustizia nella società, per il rispetto della persona e della vita, per la compassione nei confronti di coloro che sono meno fortunati, tutto questo è compito del cristiano. La fecondità della vita è comunque la documentazione della verità della propria posizione di fede. Questo è importante dirlo e ridirlo oggi, perché quella banalizzazione dell’esistenza, che è stata una delle più significative scoperte di tanta sana sociologia degli ultimi decenni, è proprio il segno della infecondità di posizioni ateistiche o comunque indifferentiste. Mentre il rinnovarsi della vita personale nell’ambito della famiglia è la fecondità dell’assunzione delle proprie responsabilità lavorative, culturali, sociali, e la densità dell’operosità cristiana è qui che si documenta. I cieli e la terra nuova, che sfolgoreranno nella gloria del Signore, sono già esperienza graduale, ma inesorabile, della vita quotidiana. Perché questo accada realmente bisogna che la dedizione sia integrale, totale; e la chiamata di Levi, che lascia tutto e Lo segue, rimane, di fronte al cuore e alla coscienza della Chiesa, come non soltanto un ideale inarrivabile umanamente parlando, ma la strada della vita cristiana normale.
Preghiera
O Signore, che ci hai mostrato come il tuo amore supera ogni nostro sogno e speranza, donaci la forza di non arrenderci mai di fronte alle ingiustizie e ai dolori dell’umanità, per impegnarci giorno per giorno a costruire nel mondo la tua pace.
Agire
La penitenza non è pensare di potere o di saper fare qualche cosa per il Signore, ma pensare che il Signore ha già fatto tutto per noi e quindi noi dobbiamo rifugiarci ogni giorno dentro questa presenza amorosa. In questa presenza amorosa guardiamo noi stessi e le persone che ci sono accanto con un occhio nuovo, e perciò troviamo anche il modo di esprimere questa benevolenza, con gesti concreti di bontà verso i nostri fratelli.
Meditazione del giorno a cura di monsignor Luigi Negri, arcivescovo di Ferrara-Comacchio, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it