Una preghiera per l’Europa, soprattutto per l’Ucraina, affinché il dialogo prevalga su ogni forma di violenza. Così il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della CEI, ieri pomeriggio a Genova nell’abbazia di Santo Stefano. Il porporato – riferisce l’agenzia Sir – ha elevato la sua richiesta a Dio alla presenza del cappellano ucraino padre Vitaliy Tarasenko, durante una veglia per il popolo ucraino, organizzata con la collaborazione dell’Ufficio diocesano Migrantes.
“Preghiamo – ha detto Bagnasco – perché tutti quanti, in modo particolare la nostra Europa, possa, con una sola voce e un solo cuore favorire le vie del dialogo e scoraggiare tutte le altre vie che non sono vie della vita e dell’amore, che non sono vie del rispetto della dignità delle persone, delle famiglie e dei popoli”.
“Vogliamo pregare lo Spirito Santo – ha soggiunto – perché illumini e riscaldi i cuori degli uomini, in particolare di coloro che hanno maggiori responsabilità di decisione, di giudizio, in questo momento, sulla scena non solo del popolo ucraino ma dell’Europa e del mondo. E, in particolare, del nostro Occidente perché gli interessi non prevalgano sui diritti in nessun modo e per nessuna ragione”.
Il pensiero dell’arcivescovo di Genova si è rivolto anche a tutti i popoli e le nazioni “che stanno vedendo con apprensione e con responsabilità quanto sta accadendo su un popolo vicino a noi” e “particolarmente caro”. L’auspicio è che essi “possano giudicare scevri da interessi di qualunque natura, unicamente preoccupati per il bene delle persone, di una nazione, di un popolo”.
Al termine della celebrazione, il card. Bagnasco ha indirizzato un forte appello “ai capi di Stato dei vari Stati membri dell’Europa”, perché “non facciano finta di non vedere, si lasciano guidare dal bene del popolo ucraino e dai diritti dei popoli e non da interessi di altra natura”. “Solo con un una voce unita e convinta – ha concluso – si può aiutare la via del dialogo e scongiurare le vie del conflitto, delle armi e della guerra”. A nome di tutti vescovi italiani, il presidente CEI ha poi rinnovato “l’appello e l’auspicio ai capi delle nazioni affinché diano sempre più spazio al dialogo, di non cedere alla tentazione delle armi, che non risolvono niente ma peggiorano tutto”.
Sempre dalla Conferenza Episcopale italiana arriva oggi la richiesta che in tutte le chiese, domenica 9 marzo, ci sia un’intenzione di preghiera per la pace in Ucraina. I presuli fanno proprio l’auspicio espresso da Papa Francesco all’Angelus di domenica scorsa, affinché le diverse componenti ucraine sappiano adoperarsi per il superamento delle incomprensioni e per costruire insieme il futuro della Nazione.
Quindi, “la preghiera a cui invita la CEI – come si legge in una nota diffusa dall’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali – vuol essere un segno tangibile di vicinanza alla numerosa comunità di ucraini residenti in Italia, comprensibilmente preoccupata per la sorte di familiari che vivono in Ucraina”. Intanto, informa ancora l’Ufficio, “si è costituito un gruppo di lavoro che vede coinvolte diverse Caritas nazionali europee, inclusa Caritas Italiana, che da anni sono impegnate sul territorio con programmi di sostegno alla popolazione ucraina”.
Dal canto suo, la Diocesi di Roma ha subito colto l’invito della Conferenza Episcopale, organizzando per domenica, alle 19.30, nel santuario parrocchiale di Santa Maria in Portico in Campitelli, una Veglia di preghiera per l’Ucraina. L’incontro – riferisce un comunicato – si svolgerà nello stile ecumenico di Taizé e prevede la partecipazione di alcuni membri della comunità greco cattolica ucraina di Roma. In particolare saranno presenti i giovani della parrocchia Santi Sergio e Bacco con il coordinatore nazionale degli ucraini greco-cattolici in Italia, don Marco Semehen.
A presiedere la celebrazione il vescovo Matteo Zuppi, incaricato del Centro diocesano per la cooperazione missionaria tra le Chiese che lo ha organizzato con l’Ufficio per la pastorale delle migrazioni diocesano in collaborazione con la parrocchia di Campitelli e la comunità greco cattolica ucraina di Roma. “Attraverso questa iniziativa – spiega mons. Zuppi – la diocesi di Roma vuole dare un segno tangibile di vicinanza alla comunità ucraina condividendone la sofferenza patita in questo ultimo periodo e chiedendo l’intercessione di Dio perché si trovi al più presto una soluzione giusta e venga scongiurato una volta per tutte il rischio della violenza”.