Ha preso il via ieri, e si concluderà domenica 9 marzo, l’incontro dei Primati delle Chiese ortodosse, convocati a Istanbul dal patriarca di Costantinopoli Bartolomeo per programmare insieme lo svolgimento di un “Grande Concilio panortodosso”, in cui patriarchi dovranno stabilire alcune questioni chiave. Tra queste: la proclamazione di una chiesa autocefala (indipendente), l’ordine di primato tra le varie Chiese ortodosse e il modo in cui saranno prese le decisioni, con un largo consenso o in altre forme.
Come riferisce l’agenzia Sir, nella sede del Patriarcato ecumenico a Istanbul, i lavori del gruppo preparatorio stanno stabilendo l’agenda dell’evento sotto la presidenza del metropolita di Pergamo Ioannis Zizioulas e con la partecipazione di rappresentanti da 15 Chiese ortodosse da tutto il mondo. Molto importante è la partecipazione del patriarcato di Mosca giunta al Fanar con una delegazione guidata da Hilarion, capo del Dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato.
Nella giornata di ieri – informa sempre l’agenzia – sono stati trattati diversi argomenti tra i quali il dialogo ecumenico con la Chiesa cattolica, la situazione dei cristiani nel Medio Oriente, la povertà nel mondo e altre questioni riguardanti la procedura sulla convocazione del prossimo grande concilio della Chiesa ortodossa. “Questo Concilio si sta preparando ormai da 50 anni e molti di noi si chiedono quanto potrebbe durare ancora questo processo”, ha detto nel suo intervento il metropolita Hilarion. “Dobbiamo abbreviare i tempi per la preparazione – ha aggiunto – e creare un meccanismo che stabilisce il giorno e le regole per il Concilio e definisce chi parteciperà e come saranno presentate le diverse Chiese. Un’altra questione importante è chi prenderà le decisioni e in che modo”.
Secondo il capo del patriarcato di Mosca, la priorità del mondo ortodosso riguarda la tragica situazione dei cristiani in Medio Oriente che minaccia seriamente la loro sopravvivenza e la presenza del cristianesimo stesso nella regione. Dopo la primavere araba e lo sconvolgimento dei regimi, “è cominciato il caos”, ha affermato Hilarion. E con esso, hanno preso il sopravvento le “forze estremiste” e gli attacchi contro i cristiani, tradottisi in rapimenti di sacerdoti, vescovi, suore e distruzione di chiese.
“Tutta questa tragedia – ha detto il metropolita – si sta svolgendo sotto i nostri occhi. È spesso passata sotto silenzio dai media. E noi, in quanto rappresentanti delle Chiese ortodosse locali, dobbiamo fare tutto il possibile per attirare l’attenzione della comunità mondiale su questa situazione, affermare la nostra solidarietà con i nostri fratelli e sorelle perseguitati affinché il genocidio dei cristiani in Medio Oriente si fermi e coloro che sono stati rapiti tornino in libertà e coloro che invece hanno dovuto abbandonare le proprie case possano ritornarci”.
Durante l’assise, è stata espressa particolare solidarietà dal patriarcato di Mosca verso la Chiesa di Antiochia che ha invocato la liberazione dei due vescovi rapiti lo scorso anno che “tutti noi conosciamo molto bene e per i quali preghiamo”. Inoltre, alla vigilia dell’incontro, il patriarca ecumenico Bartolomeo I si è espresso con un no deciso contro la riapertura a moschea della basilica di Santa Sofia di Costantinopoli, sottolineando che se essa “va restituita al culto, questo non potrà essere che quello cristiano”.