Lettura
La chiamata cristiana è una chiamata permanente di fronte ad una doppia possibilità: la possibilità della vita e la possibilità della morte. Oggi, come sempre, di fronte al mistero di Cristo che si rende presente, il cuore dell’uomo è provocato da due possibilità alternative.
Meditazione
L’antico popolo d’Israele fece l’esperienza di questa duplice alternativa. Ascoltare la Parola di Dio che comporta mettere in pratica i suoi comandi, le sue leggi, e significa la benedizione, l’incremento della felicità della vita personale, la fecondità, il poter finalmente entrare nella terra promessa, il grande ideale del cammino. L’alternativa è che il cuore si volga indietro e non ascolti, si lasci trascinare dalla mentalità ateistica. Questa alternativa è aperta davanti al cuore della coscienza di ogni cristiano, ogni giorno della vita. La strada giusta è confidare nel Signore, far sì che sia punto di sostegno vero. Confidare vuol dire avere una presenza alla quale si affida tutto e dalla quale ci si aspetta tutto. Il richiamo del Vangelo di Luca alla profezia sulla passione, morte e risurrezione, che fa il Signore stesso, deve essere raccolto nella sua pertinenza e nella sua attualità. La vita di Cristo è stata un’obbedienza al Padre fino alla morte in croce, e per questo il Padre lo ha risuscitato e gli ha dato un potere che supera ogni altro potere. Ma la sofferenza di Cristo e la partecipazione alla sua passione, cosa significano per la vita del cristiano di oggi? Potrà significare certo, come è stato per centinaia di migliaia di cristiani in questi ultimi tempi, il martirio per Cristo, ma la croce, l’imitazione di Cristo che soffre e risorge, ha come forma normale l’amore per Lui più che per se stessi. Questo è il sacrificio cristiano della vita: non appartenere più a se stessi, come ambito determinante della propria vita, ma appartenere a Cristo, come ambito determinante della vita di ciascuno di noi. Croce del Signore è la nostra obbedienza d’amore a Lui e quindi alla Chiesa. È lì che andiamo oltre noi stessi e lo incontriamo continuamente, altrimenti parliamo solo di atteggiamenti a cui diamo ogni tanto qualche connotazione di tipo pietistico. La croce del Signore è il nostro umile amore a Lui e la nostra non meno umile obbedienza al mistero di Lui presente nella Chiesa.
Preghiera
Gesù mi affido alle tue mani, disponi di me secondo la tua volontà qualunque essa sia. Non desidero nient’altro. Ti affido la mia anima, te la dono con tutto l’amore di cui sono capace, perché ti amo e sento il bisogno di donarmi a te, di rimettermi fra le tue mani, senza limiti, senza misura, con una fiducia infinita perché tu sei il mio salvatore.
Agire
Nel fare il segno della croce nel corso di questa giornata, mi ricorderò di compiere un gesto di sacrificio che offrirò per la salvezza delle anime.
Meditazione del giorno a cura di monsignor Luigi Negri, arcivescovo di Ferrara-Comacchio, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it