Ricordando con gioia e gratitudine, la “calorosa accoglienza” riservatagli lo scorso luglio, in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù di Rio, papa Francesco ha inviato un messaggio ai cattolici brasiliani, in occasione dell’annuale Campagna quaresimale di Fraternità, quest’anno sul tema Fraternità e tratta di esseri umani e con lo slogan Cristo ci ha liberati perché restassimo liberi (Gal 5,1).
“Durante i prossimi quaranta giorni – scrive il Papa nel messaggio - cercheremo di essere più coscienti della misericordia infinita che Dio ci ha donato e che ci ha chiesto di donare agli altri, soprattutto ai più bisognosi: "Sei libero! Vai e aiuta ad essere liberi anche i tuoi fratelli!".
Di fronte alla tragica ingiustizia di “esseri umani comprati e venduti come merci”, è impossibile “rimanere indifferenti”. La tratta degli esseri umani, ha proseguito il Santo Padre, si manifesta in varie forme, tra cui le “adozioni di bambini destinati all’espianto di organi” o i casi delle “donne ingannate e obbligate a prostituirsi” o, ancora, “dei lavoratori sfruttati, senza diritti, né voce”.
Citando il suo discorso di qualche mese fa ai nuovi ambasciatori, papa Francesco sollecita poi i fedeli brasiliani a un “profondo esame di coscienza: “quante volte infatti tolleriamo che un essere umano venga considerato come un oggetto, esposto per vendere un prodotto o per soddisfare desideri immorali?”.
Nemmeno le famiglie, ha ammonito il Pontefice, sono immuni dallo sfacelo della tratta di esseri umani: “Genitori che schiavizzano i figli, figli che schiavizzano i genitori; sposi che, dimentichi della loro chiamata per questo dono, si sfruttano come se fossero dei prodotti da consumare, dei prodotti usa e getta; anziani senza un posto nella società e bambini e adolescenti senza voce”.
Il mondo è pieno di “attacchi ai valori basilari del tessuto familiare e della stessa convivenza sociale”, ha osservato il Santo Padre, aggiungendo che è impossibile “annunciare la gioia della Pasqua, senza essere solidali verso coloro che in questa terra vedono negata la propria libertà”.
E ha proseguito: “se io offendo la dignità umana altrui è perché prima ho svenduto la mia. E perché l’ho fatto? Per avere potere, fama, beni materiali”. Un tale mercimonio avviene “in cambio della mia dignità di figlio e figlia di Dio, salvata a prezzo del sangue di Cristo sulla Croce e garantita dallo Spirito Santo che grida dentro di noi: "Abbà, Padre!". (cfr Gal 4,6)”.
La dignità umana, quindi, “è uguale per tutti gli esseri umani: quando calpesto quella dell’altro, calpesto anche la mia. È la libertà per la quale Cristo ci ha liberati!”, ha sottolineato il Papa.
Rievocando le sue parole di lode al popolo brasiliano per la sua “lezione di solidarietà”, il Pontefice ha auspicato che “i cristiani e le persone di buona volontà possano impegnarsi perché mai più un uomo o una donna, giovani o bambini, siano vittime della tratta degli esseri umani”.
La base più efficace “per ristabilire la dignità umana è annunciare il Vangelo di Cristo nella campagna e nelle città, perché Gesù vuole spargere la vita in abbondanza ovunque (cfr Evangelii gaudium, 75)”, ha poi concluso il Santo Padre, prima di impartire la benedizione apostolica sui fedeli brasiliani.