Riprendiamo di seguito il testo del Messaggio per la Quaresima 2014 di monsignor Felice di Molfetta, vescovo della diocesi di Cerignola – Ascoli Satriano.
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Carissimi,
il periodo quaresimale che si apre davanti a noi con l’austero rito delle ceneri, torna a proporci un cammino di quaranta giorni in cui sperimentare l’amore misericordioso di Dio che si converte a noi e noi a Lui, ritornando con tutto il cuore tra le sue braccia di Padre. Sì, è proprio Lui che, attraverso il suo Figlio, si fa con noi penitente per condurci alla sua pasqua di morte e di risurrezione.
La Quaresima, infatti, lungi dall’essere una stagione dai contorni afflittivi e quasi dolenti, è invece un’autentica primavera in cui, guidati dallo Spirito di Dio, la nostra vita, sterile e inaridita, torna a rivestirsi di bellezza e di profumi come gli alberi dei nostri campi che si predispongono a donarci, sotto il sole di primavera, frutti e sapori diversi di cui la nostra terra è così ricca.
Tutto ciò, in natura, avviene attraverso la logica del passaggio dalla gelida stagione dell’inverno a quella della gioiosa primavera. Ciò deve avvenire anche nella nostra vita cristiana, facendola rifiorire di opere degne della pasqua di Cristo. L’immagine che dà voce al presente messaggio mette infatti sotto gli occhi una croce che si innalza come vessillo da terra al cielo tra mandorli in fiore, perché tutto il nostro essere venga orientato a Colui che per noi e per tutti, è albero di vita; di quella vita che tutti desideriamo prospera e feconda, ricca e buona.
In questo itinerario spirituale siamo invitati a lasciarci guidare dalla Parola di Dio che, attingendo dal profeta Isaia, ve la raccolgo in due verbi che hanno attinenza con l’itinerario quaresimale e battesimale: “lavatevi”, “purificatevi”. Più volte al giorno facciamo esperienza con l’acqua per la nostra igiene personale, fino a sentirci come rigenerati e ricreati da essa. Ma vogliamo anche lasciarci purificare da un’altra acqua, quella dello Spirito, e lavare le nostre vesti per renderle candide con il sangue dell’Agnello (cfr. Ap 7,14); lo faremo ricordando e rivivendo il dono del battesimo per il quale il nostro uomo vecchio immerso nel fonte battesimale è stato crocifisso al peccato ma è stato risuscitato per Dio.
Mi è caro, perciò, proporvi quanto Tertulliano, antico scrittore africano, scriveva sul battesimo da lui chiamato felice sacramento: “Noi cristiani nasciamo nell’acqua e siamo salvi se continuiamo a permanere in quest’acqua”. Per cui la nostra carne è stata lavata con quel rivolo d’acqua disceso sul nostro capo perché la nostra anima fosse liberata da ogni macchia. Tutto ciò implica per ciascuno di noi un processo continuo di rinascita alla vita nuova conforme a Colui che ci ha cristificati, facendo cioè di noi altrettanti Cristi. Risvegliare questa nativa dignità vorrà dire allora far maturare, sotto l’azione dello Spirito, tutte quelle energie vitali intese a “imparare a fare il bene, ricercare il diritto, soccorrere l’oppresso” (Is 1,17).
In tal senso, vi propongo qualche frammento tratto dalla Lettera ai Corinzi di San Clemente I, papa, in cui partendo dal mistero della carità divina, sollecita i credenti ad essere liberi da ogni spirito di parte per promuovere la concordia e la comunione: “La carità non suscita scismi; la carità opera tutto nella concordia. Nella carità tutti gli eletti di Dio sono perfetti, mentre senza la carità niente è gradito a Dio”. E aggiunge: “Beati noi, o carissimi, se pratichiamo i comandamenti del Signore nella concordia della carità, perché per mezzo della carità ci sono rimessi i nostri peccati”.
Nondimeno, una delle pratiche quaresimali da sempre richieste dai testi sacri e dalla tradizione vivente della Chiesa, è guardare in faccia le miserie dei fratelli per farsene carico, alleviandole concretamente. E questo ci invita a compiere Papa Francesco nel suo messaggio per la Quaresima: “La Quaresima è un tempo adatto per la spogliazione; e ci farà bene domandarci di quali cose possiamo privarci al fine di aiutare e arricchire gli altri con la nostra povertà. Non dimentichiamo che la vera povertà duole: non sarebbe valida una spogliazione senza questa dimensione penitenziale. Diffido dell’elemosina che non costa e che non duole”.
Buona quaresima nel risveglio della nostra vita cristiana alla luce di quanto ci è stato proposto e con ogni benedizione da parte del Signore su tutti e su ciascuno.
Cerignola, 5 marzo, Mercoledì delle Ceneri, 2014.