C’è poco da dire, Olindo detto Lindo, ha una cultura enologica invidiata dai più esperti contadini viticultori. Io stesso ne so qualcosa sentendolo parlare, seduto con lui nella sua cantina. Hai l’impressione di essere di fronte non a un contadino appassionato, ma di ascoltare un laureato in materia.
Prima della vendemmia, ero tra primi invitati a partecipare alle sue dissertazioni, dove sfoderava le novità dell’anno nella sua cantina.
Parlava almeno per due ore. tempo che passava in fretta se, udendo la robustezza delle botti e le altissime qualità del suo buon vino, non fossi stato disturbato dall’acquolina in bocca.
Parole, parola, parole …belle, ma che arrischiavano di nausearci.
Caro Lindo, in cantina non si va solo per udire le meraviglie delle botti, per annusare le fragranti qualità del tuo vino. Mi attraversava il pensiero logico che, prima o poi, ci avrebbe fatto almeno assaggiare il gustoso nettare.
Caro Andrea, quando “predichi”, non perderti in verbosità superflue, impara a dispensare con la passione dell’innamorato le esperienze di vita, frutto di quel pane mangiato che si chiama Gesù.
Non esitare a mescere agli invitati l’abbondanza del buon vino che in chiesa diventa sangue versato da Cristo. Saziati e ubriacati, usciamo dalla celeste cantina per offrire al prossimo, non parole, ma amore concreto.
Ciao da p. Andrea
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