Lettura
L’orizzonte di questa liturgia della Parola è dato certamente dal salmo responsoriale, in cui si ricorda la grande certezza della vita di fede: il Signore non dimentica l’alleanza col suo popolo, e ciò costituisce la vera ricchezza del credente.
Meditazione
La liturgia ha il suo centro nell’Eucaristia, perché è nell’Eucaristia che l’uomo viene sempre di nuovo sorpreso dalla presenza di Cristo che muore e risorge, dal mistero della sua morte e della sua risurrezione che si ripresenta e si compie oggi di fronte a noi. È una presenza carica di affezione concreta, che sostiene l’esistenza nel suo vivere, nel suo maturare e nel suo compiersi. Questa certezza, nel brano della Prima Lettera di Pietro, assume la forma di un grido di benedizione a Dio per l’elezione che ha fatto di ciascuno di noi. Tale elezione costituisce il fondamento vivo dell’esistenza ed è la ragione dell’essere e dell’esistere della nostra umanità, come mi ha richiamato per tanti anni il mio maestro don Giussani. Il fondo dell’esistenza, dunque, è abbandonarsi con vera ed integrale affezione a questa presenza che ci fa partecipare ad una speranza che non viene mai meno. Ora, è su questo che si stabilisce la vita come compito. Questo compito non può essere né un meccanismo né un formalismo, non sono regole da attuare come l’interlocutore del Signore in questo brano del Vangelo. L’opera della vita è aderire al mistero del Signore e avere il cuore totalmente legato alla sua presenza. Questo “vendere tutto” è vendere se stesso a Cristo, è vendere la logica profonda della vita, le ragioni profonde del giudizio sulla realtà, le ragioni profonde dei rapporti con le persone e con le cose. La ricchezza che deve essere superata non è la ricchezza materiale, non necessariamente, ma è la ricchezza per cui l’uomo ritiene di basta a se stesso e per ciò tende inesorabilmente a eliminare quel Dio che invece è la ricchezza della vita umana. Io sono lieto perché Dio vive, questa è la vera ricchezza. Tutto il resto rappresenta la possibile conseguenza.
Preghiera
«Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata! Ed ecco che tu stavi dentro di me ed io ero fuori, e là ti cercavo, avventandomi sulle cose belle da te create, Eri con me, ed io non ero con te: mi tenevano lontano da te quelle creature che, se non fosse per te, neppure esisterebbero. Mi hai chiamato, hai gridato, hai infranto la mia sordità. Mi hai abbagliato, mi hai folgorato e hai finalmente guarito la mia cecità. Hai alitato su di me il tuo profumo e io l’ho respirato, e ora anelo a te. Ti ho gustato, e ora ho fame e sete di te. Mi hai toccato, e ora ardo dal desiderio di conseguire la tua pace» (sant’Agostino).
Agire
Individuare quali atteggiamenti e comportamenti si possono “vendere” per lasciare più spazio alla presenza di Gesù nella propria vita.
Meditazione del giorno a cura di monsignor Luigi Negri, arcivescovo di Ferrara-Comacchio, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it