Penso che sia più saggio decidere di incamminarsi per una strada diversa da quella di Cristo, che non lasciare a metà il pellegrinaggio che ci porta ogni giorno, come fu per Abramo, nella certezza divina. La costruzione della propria “torre”, non può rimanere incompiuta, attirandosi la derisione della comunità in cui si vive. Nulla serve ascoltare Gesù per un giorno. La scelta esige perciò discernimento, somma attenzione, pienezza di conoscenza, capacità di retta valutazione, intelligenza nel calcolare ogni cosa. Essa è un vero atto dell’uomo! Gesù non ci chiede una obbedienza passiva, ci invita ad essere intelligenti, sapienti, saggi, accorti, perché possiamo scegliere sempre il meglio. Gesù è onesto, quando invita qualcuno ad alzare gli occhi e il cuore al cielo. Il suo fine non è quello di allestire una milizia di seguaci o una compagnia di adepti. La sua opera mira a rendere, l’uomo consapevole, capace di essere una cosa sola con il Padre suo, come ci ha sempre ricordato, Benedetto XVI, dall’alto del suo Magistero, sfidando, a cuore aperto, la dittatura del relativismo, vera nemica dell’uomo!
Ogni essere umano naturalmente, con la venuta di Cristo, è persona che può raggiungere la perfezione interiore. Può così cambiare il mondo e salvare ogni suo fratello, a qualsiasi razza o qualsivoglia ceto sociale, esso appartenga. Molti pensano che incamminarsi verso Cristo, significhi cercare le forme liturgiche più tradizionali possibili o la fedeltà ad una qualsiasi regola che si ispira al suo insegnamento. Essere di Cristo è donarsi totalmente a lui. Il teologo, mons. Costantino Di Bruno in un suo scritto, attesta, infatti, che tutto cambia con il Nuovo Testamento, in quanto Cristo è l’unica persona da non dover lasciare mai. Il sacerdote ci ricorda come non basti osservare una parola, un comandamento, una beatitudine, un precetto, una legge, il Vangelo, per essere autentici cristiani, ma bisogna “imitare” completamente Gesù, che tutte queste cose in sé comprende. Si può sicuramente sbagliare! Chi di noi non ha compiuto errori? Chi non ne farà ancora? Si riconoscano le proprie mancanze e si riparta per illuminare i propri passi futuri. L’uomo non tema di consegnarsi al Signore! Ognuno utilizzi i propri carismi e i propri talenti, senza paura di far trionfare la verità di Cristo, nel ruolo che occupa nella società odierna. Come?
Il ricco o possidente, ad esempio, non abbia dipendenza dalla forza del denaro e dai propri beni materiali. Chi governa un popolo, sappia donarsi tutto alla causa della giustizia e della solidarietà fraterna, pilastri inequivocabili della pace sociale. Chi abbia in corso un progetto economico, non consenta agli opportunismi giornalieri di prendere il sopravvento, ma sia determinato, per sé e per gli altri, nel rispetto delle regole convenute. Chi ha nelle mani il potere dell’informazione, renda sempre un servizio plurale al progresso sociale e culturale degli uomini. Abbia cognizione dell’innovazione tecnologia e onori la sete degli uomini di conquistare la libertà, la pace, il benessere, volti di continuo al bene comune. Chi educa le nuove generazioni sappia “scolpire” l’uomo che c’è dentro in ogni giovane studente. Con Cristo non si diventa uomini spenti, se mai avviene il contrario, visto che viviamo in una società dove è chiaro a tutti come l’immoralità e i disastri di coscienza, accompagnano l’uomo alle nefandezze più grandi. Il peso poi cade sulle spalle della comunità intera. La terra inquinata e la crisi economica planetaria, non dipendono, in gran parte, da una perdita nell’uomo dei suoi valori universali? Valori, capaci, quando vissuti nella loro pienezza, di consentire ad ogni individuo di essere fatto ad immagine e somiglianza di Dio? Ma noi siamo simili solo a quel Dio personale, che ci siamo costruiti, per comodità, in segreto. Per farlo abbiamo interrotto il vero viaggio della nostra vita!
P.S. Raccogliamo tutti, in queste ore, l’invito di Benedetto XVI. Preghiamo per Lui, la Chiesa e il nuovo Papa. Altro non serve!
* Egidio Chiarella, pubblicista-giornalista, collabora con il Ministero dell’Istruzione, a Roma. E’ stato docente di ruolo di Lettere presso vari istituti secondari di I e II grado a Lamezia Terme (Calabria). Dal 1999 al 2010 è stato anche Consigliere della Regione Calabria. Ha conseguito la laurea in Materie Letterarie con una tesi sulla Storia delle Tradizioni popolari presso l’Università degli Studi di Messina (Sicilia). E’ autore del romanzo La nuova primavera dei giovani.
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