Proseguono gli aggiornamenti sulla notizia che, da lunedì, occupa le prime pagine di tutti i media del mondo: le dimissioni di Benedetto XVI. Anzi, la “rinuncia di Benedetto XVI” come ha tenuto a precisare oggi padre Federico Lombardi incontrando i giornalisti nel quarto briefing in Sala Stampa vaticana.
Tra smentite e conferme, il portavoce della Santa Sede ha reso note alcune rilevanti informazioni relative alla storica decisione del Pontefice: innanzitutto, la sorte del segretario particolare mons. Georg Gaenswein. Già nella conferenza stampa di ieri, padre Lombardi aveva affrontato la questione se don Georg avrebbe mantenuto il doppio incarico di segretario di Sua Santità e di Prefetto della Casa Pontificia. Incarico, ques’ultimo, conferitogli da Benedetto XVI lo scorso dicembre e segno di piena fiducia del Papa ad uno dei suoi più stretti collaboratori.
Se ieri era certo che l’arcivescovo avrebbe svolto soltanto il ruolo di Prefetto – giacché esso non decade nonostante la rinuncia del Pontefice – arriva oggi, invece, la conferma che Gaenswein seguirà Benedetto XVI a Castel Gandolfo e poi nel monastero vaticano Mater Ecclesiae, continuando il suo lavoro di Segretario particolare, oltre a quello di Prefetto.
Insieme a lui, vivranno e assisteranno Ratzinger anche le quattro Memores Domini di Comunione e Liberazione, solite a prestare servizio nella cappella, nelle cucine, nell’archivio e nella segreteria del Santo Padre. “Il nucleo fondamentale della ‘famiglia pontificia’ – ha dichiarato quindi Lombardi – continuerà ad accompagnare Benedetto XVI e a stargli vicino in questa fase di passaggio”.
Sempre a proposito di don Georg, il portavoce vaticano ha precisato che, pur rimanendo Prefetto e Segretario, egli non avrà alcun tipo di influenza sul nuovo Papa, in quanto “le sue competenze non riguardano il governo o le decisioni della Chiesa”, ma “funzioni pratiche e logistiche relative all’organizzazione delle udienze di Sua Santità”.
Per quanto concerne, invece, mons. Alfred Xuereb, il secondo segretario del Papa, il direttore della Sala Stampa ha affermato che in un primo momento anche lui si sposterà a Castel Gandolfo, e poi, con buone probabilità, farà per un certo tempo da segretario al successore, “in modo da introdurlo alle prassi e alla vita dell’appartamento papale”.
Il portavoce della Santa Sede ha poi smentito la notizia pubblicata stamane da alcune testate giornalistiche che annunciavano l’avvenuta nomina del belga Bernard De Corte a nuovo presidente dello IOR. “Non mi risulta e non confermo che sia stato eletto un nuovo presidente” ha dichiarato, anticipando però la possibilità di una nomina entro la fine della settimana.
Un altro punto affrontato è stato l’incidente del Papa durante il suo viaggio in Messico, una notizia diffusa questa mattina da Vatican Insider. Secondo la testata, Benedetto XVI sarebbe caduto di notte ferendosi alla testa e – stando alle fonti -questo sarebbe stato un primo campanello d’allarme che avrebbe portato poi a maturare la decisione di lunedì. “Non ho da smentire che ci sia stato questo episodio – ha affermato Lombardi – ma non è stato influente né per il viaggio, né per la decisione come tale”.
“Ci sono vari episodi di questi anni e di questo periodo – ha aggiunto – ma il Papa, per la rinuncia, si è riferito solo alla sua condizione di invecchiamento globale e alle forze che vengono meno negli ultimi mesi. Le interpretazioni che legano a un avvenimento piuttosto che a un altro non sono dunque pertinenti”.
“La Costituzione conserva tutto il suo valore”, ha poi affermato padre Federico Lombardi rispondendo alle domande su un’ipotetica ridisposizione delle norme per anticipare il Conclave. Il gesuita ha fermamente asserito che non è stata presa neppure in considerazione l’idea di una modifica delle leggi e che il Conclave avverrà quindi, secondo norma, dopo 15-20 giorni dalla sede vacante. La data esatta sarà comunicata durante questo lasso di tempo dai cardinali che arriveranno nei prossimi giorni in Vaticano e che si stabiliranno, dal 1° marzo e non prima, presso la Casa Santa Marta.
Il portavoce ha poi chiarito il discorso sul limite degli 80 anni per votare in Conclave, precisando che esso “riguarda chi ha già compiuto questa età il primo giorno della sede vacante”. Quindi sia il cardinale Walter Kasper, che il cardinale Severino Poletto vi parteciperanno, poiché entrambi compiranno 80 anni proprio a marzo.
Infine il leit-motiv dei briefing di questi giorni: “Come ci si potrà rivolgere al Papa in futuro?”. “Non c’è ancora chiarezza sulla questione del nome – ha spiegato il direttore della Sala Stampa – nè sul fatto se Benedetto XVI sarà ‘Vescovo emerito di Roma’”.
“Penso di poter ribadire – ha concluso – che Benedetto XVI è un titolo a cui non può rinunciare: è il suo nome come Papa, che ha portato per tutta la Chiesa e per tutto il mondo ufficialmente per otto anni. Quindi certamente noi continueremo a poter dire che è Benedetto XVI. Questo non cambia e non può evidentemente cambiare!”.