Nella vita di ogni persona ci sono periodi in cui si deve sopportare il peso della Croce. Malattie e dolori, possono generare o il mal di vivere o una maggiore fede. Pubblichiamo di seguito le testimonianze di persone della Polonia che, attraverso la sofferenza, si sono avvicinate di più a Gesù, l’uomo che diceva di essere il figlio di Dio e che accettò la Croce in un disegno di salvezza per gli altri.
Ha detto Marzena: La croce simboleggia la sofferenza e il peso della vita. Ognuno di noi porta la sua croce. Si dice che Dio ci dà la croce che siamo in grado di sopportare. La mia croce è una malattia reumatica, che causa dolori lancinanti. Nel corso della malattia sono rimasta incinta. Nella preghiera ho chiesto a Dio con fervore, di dare alla luce un bambino sano, quindi gli ho chiesto di darmi la forza di crescere entrambi i miei figli. Oggi, grazie a Dio che mi ha dato la forza, con Gesù ho accettato la croce della malattia.
Zdzislaw: Tre anni fa, ho capito l’importanza della croce nella mia vita. Dopo tutto, Gesù Cristo è morto sulla croce con una terribile sofferenza. Lo ha fatto anche per la mia e nostra salvezza. Guardando indietro alla mia vita spirituale, non ero né freddo né caldo. La presenza della Santa Messa una volta alla settimana, non era sufficiente. Il rapporto con mia moglie era diventato faticoso. Poi, un giorno abbiamo deciso insieme di andare ad un ritiro spirituale di tre giorni nella chiesa di San Giovanni da Kęty a Czestochowa. Lì si rinnovò la nostra conversione. Dopo quel ritiro è cambiata la mia vita. Mia moglie ed io abbiamo riconosciuto di nuovo Gesù come il Nostro Salvatore.
Oggi siamo attivi nel Movimento Luce-Vita, fondato dal servo di Dio don Franciszek Blachnicki. Apparteniamo alla formazione di “Chiesa Domestica”. Adesso è molto più facile per noi portare la croce nella vita quotidiana e nelle comunità di preghiera. Tutti i nostri problemi li affidiamo a Gesù. Insieme a mia moglie, ogni giorno ringrazio Dio per il successo di un operazione al cuore che ho subito: nel 2012 mi è stata sostituta una valvola cardiaca. Preghiamo anche per coloro che si rifiutano di portare la croce, e vivono nel rancore.
Barbara: Il dono più bello e più sublime che i genitori possono dare ai bambini è la fede. Io vengo da Skrajnica - un piccolo villaggio nei pressi di Czestochowa, dove sono nata e cresciuta. All’età di 20 anni pensavo di essere libera e di poter fare tutto quello che volevo. Poi sono arrivati i problemi. A 21 anni ero già molto stanca della vita. Finché non ho deciso di confessare tutta la mia vita. Il confessore mi ha detto: “Figlia mia, tu non sai quanto Gesù ti ama”. Dopo aver ricevuto il sacramento della Penitenza, ho visto e sentito molto chiaramente la luce di Gesù e ricordo il mare di lacrime versate davanti all’immagine miracolosa della Madonna Nera a Jasna Gora. Sono grata a Dio, anche per le esperienze dolorose, perché mi hanno avvicinato a Cristo. Questa esperienza mi ha dato la forza per affrontare la tragica morte di mio fratello Robert. Alcuni anni fa ho perso mio padre. Porto la croce con me ma so che Dio è con me e che posso vincere. Mi sono ammalata, ma oggi a distanza di venti anni non c’è quasi nessun segno della malattia. Ho la mente lucida e il cuore libero, nella mia persona c’è spazio per Cristo e per il prossimo. Dio mi ha dato una malattia, ma anche dei talenti, mi ha aiutato a sopportare la sofferenza e ad apprezzare la gioia. Il significato della croce nella vita può essere spiegata solo da Cristo. Nella sua sofferenza e nella sua croce si trova il senso della vita.
[Articolo realizzato in collaborazione con Jowita Kostrzewska]