Cosa bisogna fare per seguire Gesù? Cosa ne guadagna questa nostra società, che si sta affannando in una crisi dagli effetti devastanti e di cui forse ancora non ne conosciamo le dimensioni reali? Il vangelo di Luca su questo aspetto è molto preciso e non lascia spazi ad alcun fraintendimento.
Gesù parlando ad una folla numerosa, non si lascia trasportare dal successo di consensi apparenti, ma diventando duro nel suo linguaggio, non per scoraggiare o allontanare chi l’ascolta, offre a tutti una vera grande possibilità di salvezza: Essere voce vera della Parola del Signore, nella realtà in cui si opera e si esiste.
Il vescovo mons. Luigi Cantafora, in una omelia nella Cattedrale di Lamezia Terme, ha affermato che Gesù non può essere considerato un capo carismatico, oppure un genio che incanta le folli o meglio ancora un monarca potente che debba costruire un grande regno sulla terra. Questi autorevoli soggetti sono alla ricerca di una qualunque adesione del popolo, pur di rafforzare il proprio modo di essere nella realtà in cui vivono. Cristo non sa che farsene di una folla che lo adori, senza vivere la sua Parola con piena coscienza e santa verità.
Il Pastore della Diocesi Lametina, spronando i giovani ad innamorarsi di Cristo, ha sottolineato come invece Gesù sia stato chiaro nell’ indicare la strada da seguire. Una chiarezza necessaria per consentire, a chiunque avesse scelto di farlo, di esserne pienamente convinto, fino al punto di non dover mai abbandonare il nuovo cammino. Le cose grandi non permettono di fermarsi a metà strada, per poi ritornare nel proprio piccolo mondo di “carta”!
L’uomo purtroppo in molte occasioni della propria vita ha dimostrato di avere paura, innanzitutto nel rinnegare la profonda dipendenza da quanto posseduto, fosse stato tutto l’oro del mondo o la piccola sistemazione che gli abbia permesso di tirare a campare, senza tanti affanni.
Chiare le parole di Gesù: “… Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: “Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”.
Gesù ci insegna anche che prima di mettersi alla sua sequela, bisogna amarlo più di quanto si amino le proprie persone care. Qualcuno si smarrisce dinnanzi a questa richiesta! Non sa che donarsi a Cristo porta al consolidamento di una autentica armonia naturale. L’amore per Cristo non spegne il valore della famiglia o della comunità in cui stiamo! Ne cambia il cuore; ne rivoluziona i progetti; ne libera la mente, di fronte alle storture del mondo. Ecco perché ognuno di noi, prima di scegliere Gesù, non per un attimo, un tempo limitato, ma per tutta la vita, deve valutare le proprie forze, scrutare la sua volontà, esaminare il suo cuore, fare luce nei suoi pensieri.
Non poter tornare più indietro non significa per l’uomo, aver mancato di rispetto ad una qualsiasi norma di legge o aver rotto un patto esoterico segreto! Manifesta, al contrario, di aver ceduto alla propria incapacità di comprendere il valore ultraterreno dell’essere uomo e del suo cammino verso Dio. Una inettitudine che lo riporterà a vivere la propria quotidianità in una dimensione mediocre, sia spirituale, che intellettiva.
Leggo da una vecchia favola: “Chi non vuole perdere il sapore delle cose terrene, è meglio che non conosca mai le meraviglie del cielo! Nessuno mai ci punirà però per essere tornati indietro. Siamo noi che ne decreteremo il risultato, con la nostra decisione. Le conseguenze saranno perciò l’effetto del dinamismo intrinseco delle azioni umane. Seguire oggi Gesù e obbedire alla sua Parola, porta il mondo alla liberazione dalle illusioni e dal cappio mortale dalla dipendenza assoluta dei beni materiali, non sempre disponibili. La società di oggi, evoluta, autonoma, dinamica, figlia di internet, ma in crisi profonda, ha solo da guadagnarne!
* Egidio Chiarella, pubblicista-giornalista, collabora con il Ministero dell’Istruzione, a Roma. E’ stato docente di ruolo di Lettere presso vari istituti secondari di I e II grado a Lamezia Terme (Calabria). Dal 1999 al 2010 è stato anche Consigliere della Regione Calabria. Ha conseguito la laurea in Materie Letterarie con una tesi sulla Storia delle Tradizioni popolari presso l’Università degli Studi di Messina (Sicilia). E’ autore del romanzo La nuova primavera dei giovani.
Chi volesse contattarlo può scrivere al seguente indirizzo email: egidio.chiarella@libero.it