Kazakistan luogo di martirio e di fede

La testimonianza di don Sławomir Porębski, missionario polacco ad Astana

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“Lunedi mattina, 4 febbraio, dopo un viaggio di notte sono arrivato ​​ ad Astana, dove mi aspettava in aeroporto l’Arcivescovo Tomasz Peta.” Con queste parole inizia la lettera di testimonianza inviata all’Ufficio Stampa della Curia Metropolitana di Czestochowa, don Sławomir Porębski, il sacerdote polacco che è attualmente missionario in Kazakistan. 

Dopo qualche giorno di ambientamento nella casa presso la Cattedrale di Astana, don Porębski è stato inviato a lavorare come vicario a Oziornoje dove si trova il Santuario di Nostra Signora Regina della Pace. 

Il Kazakistan è un luogo importante per i credenti, qui si è svolto un vero e proprio martirio di polacchi negli anni dal 1936 al 1941. 

Don Porębski ha raccontato che il Kazakistan “è un paese povero, ma la gente è molto accogliente e cordiale. Il cibo è buono. I missionari, circa 43 sacerdoti e 73 suore, provengono dalle diocesi di più di 20 paesi. Ho incontrato missionari russi, polacchi, tedeschi, un austriaco, uno slovacco, americani, ucraini, religiose le sorelle provenienti dall’India,dal Kenya, dalla Slovacchia, dalla Bielorussia”. </p>

“La lingua che dobbiamo usare è il russo, a volte l’inglese si rivela utile”. 

“Ho avuto l’opportunità di visitare Karaganda con una bella cattedrale e il nuovo seminario, dove diversi chierici hanno studiato. Si tratta di un seminario interdiocesano. La capitale della diocesi e del paese è Astana. Una città, visitata dal Pontefice Benedetto XVI. Nel 2001 fu visitata anche  da Papa Giovanni Paolo II. C’è una sola Chiesa cattolica, che è anche la cattedrale. In città si sta costruendo la Chiesa greco-cattolica, esiste la Chiesa ortodossa, ci sono anche le moschee e una sinagoga”. 

“La popolazione dei Kazaki – ha continuato Don Slawomir – è pacifica, disponibile e molto aperta. Ho avuto la possibilità nei primi giorni di essere ospite insieme con il Vescovo di una famiglia kazaka musulmana e mangiare con loro il pasto tradizionale: carne di cavallo preparata secondo la tradizione, si mangia con le mani ed è deliziosa”. 

Ha spiegato il missionario polacco che le distanze sono enormi. “A volte, per visitare amici e confratelli bisogna viaggiare 200 o di più chilometri. La diocesi di Astana è grande più del doppio dell’intera Polonia. Tra una parrocchia e l’altra potrebbero esserci più di mille chilometri”. 

“Dal punto di vista materiale – ha concluso Don Slawomir – la popolazione è povera. Dal punto di vista spirituale è invece ricca di gente che cerca la fede. Sono diversi i casi in cui molti adulti chiedono di essere battezzati e convertiti al cristianesimo”. 

Don Slawomir Porębski è nato il 26 dicembre 1979 ad Olesno ed è stato ordinato sacerdote il 29 maggio 2004 nella Cattedrale di Czestochowa. E’ partito missionario per il Kazakistan il 20 gennaio 2013. Proviene dalla Parrocchia della Divina Misericordia a Cieciulów, nell’Arcidioecesi di Czestochowa. 

Attualmente i sacerdoti e i laici missionari dell’Arcidiocesi di Czestochowa che svolgono la missione nel mondo sono 55: 12 sacerdoti diocesani, 17 suore, 22 religiosi e 4 missionari laici. 

Sono presenti in Camerun, Zambia, Filippine, Argentina, Papua Nuova Guinea, Brasile, Ecuador, Tunisia) e anche in Europa Orientale (Bielorussia e Ucraina).

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Mariusz Frukacz

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