"Figlio devoto e collaboratore efficientissimo"

Omelia di mons. Silvagni al Convegno per il Centenario della nascita di don Giuseppe Dossetti

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Riprendiamo il testo dell’omelia tenuta oggi da monsignor Giovanni Silvagni, Vicario Generale dell’Arcidiocesi di Bologna, nella Messa di apertura del Convegno dedicato a don Giuseppe Dossetti, sacerdote diocesano e fondatore della Piccola Famiglia dell’Annunziata. Il convegno si svolge presso il Convento di San Domenico ed è intitolato: “Per la vita del mondo”. 

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Il Cardinale Arcivescovo ha inaugurato questo anno centenario lo scorso 13 febbraio 2012 e oggi ha voluto farsi rappresentare, esprimendo così la gratitudine a Dio della Chiesa bolognese per il dono di d. Giuseppe. Sono molti i luoghi e i contesti in cui si ricorda questo centenario. Ma di tutti questo è il più familiare e interno alla vita ecclesiale Bolognese, perché nessuno come la Piccola Famiglia dell’Annunziata, può considerare don Giuseppe suo e a sua volta può dire di appartenergli; e questa stessa famiglia a sua volta appartiene alla Chiesa Bolognese e il suo Arcivescovo per un singolare rapporto fondante e costitutivo.

In questa famiglia spirituale Don Giuseppe ha trovato il suo ambito definitivo di consacrazione al Signore, prima ancora che nel presbiterato, che è sopraggiunto in seguito, come ulteriore chiamata già all’interno della famiglia che si era costituita.

Per cui la Chiesa di Bologna, che ha visto questo suo figlio acquisito spaziare in molti ambiti di primissimo piano e di grande responsabilità pubblica – sia civile che ecclesiale – ha ricevuto da lui soprattutto la testimonianza di una vita personale e comunitaria, generata effettivamente dall’ascolto della Parola e dall’Eucaristia, accolte nel silenzio nella preghiera e nel lavoro.

Le parole della Sacra scrittura che oggi ascoltiamo, per la particolare circostanza che ci vede riuniti, inevitabilmente richiamano al nostro affetto anche la persona e la vita di D. Giuseppe Dossetti.

La ragione di questa corrispondenza la comprendono bene coloro che lo hanno conosciuto più da vicino e gli sono stati accanto per una vita: “Quanti hanno potuto quotidianamente non solo ascoltare le sue parole, ma leggere i messaggi taciti del suo volto e dei suoi occhi, sono stati lentamente ma efficacemente plasmati spiritualmente dall’irradiare della sua personalità, così umanamente ricca e così straordinariamente permeata dalla parola di Dio e dalla Grazia”. (Cf. La parola e il silenzio, Presentazione, Bologna 1997).

Chi si lascia permeare veramente dalla parola di Dio e dalla sua grazia, diventa a sua volta capace di irradiare questa luce intorno a sé. 

Certo in questi giorni assistiamo alla singolare sorte di un cristiano di cui, si continua a parlare e discutere più di quando era al mondo. Attorno alla sua figura si manifestano sentimenti contrastanti, a dire che le questioni da lui sollevate toccano ancora snodi decisivi per la Chiesa e per la società. 

E la Chiesa, nostra madre, cosa dice di questo figlio davvero singolare? 

Il Card.Lercaro, nel suo saluto alla Diocesi Bolognese, al termine del suo mandato di Arcivescovo, scriveva: “…Ma tra tutti voi, un pensiero particolarmente devoto e grato ho – e non posso fare a meno di avere – per Colui che mi fu per breve tempo Pro Vicario Generale, ma già dal lontano 1952 figlio devoto e collaboratore efficientissimo, Don Giuseppe Dossetti; (…) in un effuso ringraziamento, più che per l’aiuto prezioso a me personalmente offerto, per i rivoli di luce, di grazia e di salvezza onde viene irrigata la Diocesi e, con essa, la Chiesa di Dio…” (cf. Bollettino della Diocesi di Bologna, Febbraio 1968 p. 11). 

Possiamo fare nostra allora la preghiera finale della lettera agli Ebrei.

Ciò che con poche parole qui si esprime, lo chiediamo con rinnovata convinzione nel ricordo di Don Giuseppe, non soltanto per noi, ma per tutta la Chiesa, e con il cuore aperto a tutta la famiglia umana.

“Il Dio della pace, che ha ricondotto dai morti il Pastore grande delle pecore, in virtù del sangue di un’alleanza eterna, il Signore nostro Gesù, ci renda perfetti in ogni bene, perché possiamo compiere la sua volontà, operando in noi ciò che a lui è gradito per mezzo di Gesù Cristo, al quale sia gloria nei secoli dei secoli. Amen”.

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ZENIT Staff

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