Parlamentare e giornalista Italiano, Francesco Pionati ha curato la rubrica Transatlantico sul settimanale Panorama, ha collaborato con Leonardo, supplemento della Stampa, con la Gazzetta del mezzogiorno, con Il Roma e con Il Popolo.
È stato componente dell’associazione stampa parlamentare, poi del comitato di redazione del Tg1 della Rai, e infine dell’esecutivo dell’Usigrai (Unione sindacale dei giornalisti Rai). Ha fatto parte del Consiglio di amministrazione di Cinecittà Holding e della Commissione Ministeriale perla Revisione Cinematografica.
Onorevole, nel 1992 Lei ha scritto la Guida al Volontariato Italiano. Quale deve essere il rapporto tra il cattolico e il volontariato?
Pionati: La funzione elettiva del cattolico è quella di essere volontario. Deve donare se stesso agli altri. Bisogna ricordare al riguardo la dottrina sociale della Chiesa. Per un cattolico deve essere un imperativo curarsi degli altri. Non può essere indifferente. Deve essere parte attiva della società. Si tratta di una forma di dovere implicito che fa trionfare la fratellanza umana.
Veniamo a un suo libro, La mia poesia, scritto nel 1993. Ma qual è la poesia più lieta di un cattolico?
Pionati: La poesia più lieta di un cattolico è la capacità di osservare la realtà. Guardare il mondo con l’occhio dell’ottimismo. Concepire un futuro da costruire assieme ad altri fratelli. La poesia rappresenta veramente lo strumento più intenso e potente. È una forma potentissima per comunicare valori positivi. La poesia fornisce una maggiore capacità di riflessione che oggi manca ed è purtroppo sostituita dalla cultura, non cultura dell’immediato (telefonino, abiti, ecc). Ma se pensiamo come con i versi possiamo dire in poche parole concetti grandissimi: “Mi illumino di immenso”…
Qual è il rapporto di un cattolico con lo studio?
Pionati: Lo studio è fondamentale per la scelta del bene comune. Gli studi vanno fatti secondo il proprio modo di sentire. Bisogna capire dove è meglio studiare e che cosa studiare. E la conoscenza che si acquisisce deve essere messa al servizio del bene comune. Il medico cattolico, ad esempio, non deve relegare la sua conoscenza nel suo ambito. Deve pensare al proprio benessere e al bene comune. Deve dare una valenza sociale a ciò che fa.
E il cattolico in politica?
Pionati: Deve lavorare per il rinnovamento e la testimonianza dei propri valori. Deve dire la verità. Il rinnovamento deve avvenire senza nessuna ipocrisia. Ciò implica sacrifici e rinunce personali.
Infine parliamo del Tg1 della Rai…
Pionati: I primi mesi al Tg1, quando ho visto Nuccio Fava, Pierantonio Graziani e Bruno Vespa, mi sembrava di essere un vaso di coccio in mezzo a tanti vasi di ferro. Allora nelle redazioni della Rai c’era un clima di unità e grande solidarietà. Oggi purtroppo non è più come allora, ma non bisogna mai disperare.