Il Cardinale Bagnasco e il Cardinale Erdő a Varsavia per le sfide dei nuovi movimenti religiosi

Iniziato ieri, nella capitale polacca, l’incontro tra il Comitato Congiunto della Conferenza delle Chiese Europee e il Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee

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Le sfide dei nuovi movimenti religiosi in un’Europa in cambiamento è stato il tema su cui si è incentrato l’intervento del presidente della Conferenza Episcopale Italiana e vice-presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (CCEE), il Cardinale Angelo Bagnasco, durante l’incontro del Comitato Congiunto della Conferenza delle Chiese Europee (KEK) e del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (CCEE) iniziato ieri a Varsavia.

Il Presidente dell’episcopato italiano in un’intervista con KAI (Agenzia Cattolica della Informazioni in Polonia) ha  richiamato l’attenzione sulla presenza in questi movimenti che ha definito una sorta di “facile teologia”. “Mi sembra – ha dichiarato il porporato – che questi movimenti non hanno bisogno di un notevole approfondimento teologico o d’impegno dottrinale, in quanto prestano una maggiore attenzione a stare insieme e presentano l’aspetto emotivo delle persone”.

Secondo il cardinale Bagnasco, spesso la debolezza dei nuovi movimenti religiosi è la loro mancanza di impegno nei confronti della dimensione sociale. “Il loro messaggio è molto concentrato sul singolo, sulla persona. Questioni come la giustizia, la pace, o tutta la problematica sociale sembra sia affrontata da ciascuno in modo estremamente personale”.

Anche il cardinale Péter Erdő, Primate d’Ungheria e Presidente CCEE, nel suo intervento durante l’incontro, ha parlato di “un’Europa che vuole ritrovare la sua identità”, nei confronti della quale “le Chiese Cristiane sono responsabili della gestione dell’insegnamento di Cristo come luci accese”.

Il Primate d’Ungheria ha sottolineato, inoltre, che oltre ai numerosi segni di una “secolarizzazione forte e profonda” nel nostro continente, tuttavia è possibile vedere “un profondo desiderio” di tante persone a trovare un posto per “elemento religioso e soprannaturale nella loro vita”.

“Bisogna prima credere e poi sperimentare l’incontro personale e comunitario con il Signore Gesù, convinti delle verità fondamentali della nostra fede” ha aggiunto il cardinale Erdő. “Il cristianesimo – ha proseguito – è una religione della rivelazione, non una religione puramente razionale, o filosofica. Anche se il secolarismo radicale tollera il cristianesimo, tuttavia non rispetta l’elemento essenziale della religione, in particolare del cristianesimo e delle chiese tradizionali”. Spetta, però, ai cristiani – ha concluso il porporato – saper “leggere i segni dei tempi sulla base dei criteri che derivano dalla fede e avere più coraggio”

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Mariusz Frukacz

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