La sconfitta della morte

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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ROMA, sabato, 24 novembre 2012 (ZENIT.org).

Lettura

Sadducei e farisei erano in disaccordo sulla risurrezione. I primi non ci credevano e non riconoscevano a Dio il potere di far partecipare a una Vita Nuova, liberando per sempre l’uomo dalla morte. Senza aldilà all’uomo non resta che godere il più possibile nell’aldiquà, succhiandone il midollo, cogliendo l’attimo fuggente, piegandolo ai propri desideri. La speranza nella vita ultraterrena è una pia illusione che porta a un’amara delusione. Solo i forti e i potenti hannochancedi successo e gli altri sono destinati a una mediocrità esecrabile. Se c’è un aldilà, però, la precarietà della vita ha il senso della preparazione per una felicità offerta a tutti.

Meditazione

Conoscendo la posizione di Gesù sull’aldilà, la domanda provocatoria dei sadducei tende a metterlo in cattiva luce nei confronti di chi attende una liberazione politica. Citando la Scrittura, come sempre (le parole di Gesù derivano dalla personalelectio divinadella Prima Alleanza) Egli afferma che Dio è dei vivi e non dei morti. Sarà Lui ad abbattere il muro fra aldilà e aldiquà, una barriera simbolicamente rappresentata nelle chiese fino a qualche secolo fa, ancora presente nelle iconostasi delle chiese orientali, che viene aperta quando il Mistero si manifesta per entrare in comunione con l’uomo. La Risurrezione nel suo vero corpo è segno della verità dell’aldilà e della bontà di Dio: l’uomo ne è reso partecipe! La Sindone non può, per vari motivi, essere “prova della risurrezione”, ma a essa allude, in modo impressionante. Ci dice incontrovertibilmente, grazie alle scienze, che un uomo crocifisso, come Gesù nei Vangeli, fu coronato di spine, venne trafitto con una lancia al costato quando era già morto, e venne sepolto avvolto in un lino impregnato di aromi e di sostanze. Su questo lino, in un modo incomprensibile per la scienza, è impressa un’immagine misteriosa. Nessun segno di putrefazione sul lino, nessuna mano lo ha separato da quel corpo, nessuna traccia di sangue è deformata, nessun segno in tal senso. Un’immagine e un oggetto che ci parlano di una morte, che per un momento ha avvolto quell’uomo, restituendolo poi, definitivamente, alla Vita. Non possiamo dire con certezza che quell’uomo è Gesù, ma non lo possiamo negare! Sì, la verità fondamentale del cristianesimo è la risurrezione di Cristo e la nostra definitiva risurrezione alla fine dei tempi. Il Signore, Dio dei vivi, ci offre una vita senza fine per contemplare in eterno, nel tempo che non passa, il suo Volto reale e regale.

Preghiera

«Ti ringrazio Padre, perché mi hai fatto tuo figlio senza mio merito, perché mi ami tanto, perché vedi in me Gesù, perché dimentichi le mie debolezze e vuoi che io sia simile al tuo Figlio» (Card. Carlo Maria Martini).

Agire

Imparo a vivere da risorto ogni giorno, trasmettendo anche nelle piccole cose, la gioia della Vita nuova donata da Cristo.

Meditazione del giorno a cura di Don Mimmo Repice, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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