"Siate perfetti come il Padre"

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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ROMA, martedì, 19 giugno 2012 (ZENIT.org).

Vangelo

Matteo 5,43-48

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo” e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».

Lettura

L’episodio della vigna di Nabot viene considerato da Dio un fatto eccezionalmente grave perché presenta un modello di re in contrasto con la prospettiva della Legge. Mentre nelle società vicine a Israele si accettava che un re esercitasse il potere in modo assoluto, in Israele il re non solo deve obbedire alla Legge, come tutti, ma è il garante principale dell’osservanza del popolo ai precetti divini. Anche il Vangelo tratta il tema della Legge: l’amore deve essere esteso a tutti.

Meditazione

Il “prossimo”, per definizione, non è qualsiasi persona, ma solo chi mi è vicino. Il precetto dell’Antico Testamento ha una finalità positiva: garantire la sopravvivenza di Israele e la solidarietà al suo interno. Le relazioni nel gruppo devono essere caratterizzate dall’amore; l’odio va indirizzato verso quelli che non appartengono alla comunità e la minacciano. L’odio verso l’esterno serve per preservare la vita all’interno; è un’esigenza dell’amore. In certe situazioni, infatti, solo odiando i nemici posso amare i fratelli; la mancanza di odio nei confronti dei nemici può esprimere indifferenza verso la sorte dei fratelli. Gesù parla di amore verso i nemici perché pensa alla comunità come un gruppo aperto, inclusivo, e proteso verso la Gerusalemme celeste. Il pareggio della giustizia nei confronti del male non avviene qui; nell’aldilà vi sarà una gloria infinitamente superiore a ogni dolore patito sulla terra. Posso amare i nemici, coloro che mettono in pericolo la sopravvivenza della comunità cristiana, solo perché sorretto da due convinzioni di fondo. La prima convinzione: amo i nemici perché sono ricolmo dell’amore di Dio e dei fratelli. Solo una comunità che vive intensamente l’amore reciproco, come consapevolezza del dono ricevuto da Dio, può permettersi di amare tutti, indistintamente. L’amore è energia; siamo tutti affamati di amore, e senza amore si muore. Se l’odio verso i nemici era espressione di amore per i fratelli, ora, in Cristo, l’amore di Dio e dei fratelli è talmente sovrabbondante da riversarsi inevitabilmente verso i nemici. La seconda convinzione: amo i nemici perché so che la realtà attuale non è definitiva, siamo incamminati verso cieli nuovi e terra nuova.

Preghiera

Ti lodo, Signore, per il tuo Amore, per l’amore dei fratelli, e per la gloria che ci attende.

Agire

Cerco di non considerare nessuno come nemico.

La meditazione quotidiana è un servizio offerto dal Regnum Christi. Le riflessioni sul vangelo del giorno sono tratte da Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART.

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ZENIT Staff

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