di P. Mario Piatti icms,
direttore del mensile Maria di Fatima

ROMA, lunedì, 18 giugno 2012 (ZENIT.org).- La Colletta - l'orazione iniziale, che raccoglie e compendia, in pochi tratti, il carattere particolare di una celebrazione eucaristica - della Messa del Cuore Immacolato di Maria sorprende per la incisiva sapienza con cui ci dona una sintesi mirabile dellopera compiuta da Dio nella Vergine, a beneficio nostro e di tutta la Chiesa: O Signore, Dio nostro, che nel Cuore immacolato di Maria hai posto la dimora del Verbo e il tempio dello Spirito Santo, donaci un cuore puro e docile, perché sulla via dei tuoi comandamenti impariamo ad amarti sopra ogni cosa, sempre attenti alle necessità dei fratelli.

Anzitutto, il rapido movimento iniziale, trinitario, colloca nella corretta luce della Rivelazione la singolare predilezione del Cielo nei confronti della Vergine. Ella è stata resa dal Padre degna dimora del Verbo e tempio dello Spirito Santo. I privilegi di Maria Santissima manifestano la speciale elezione, per la quale tutte le generazioni la diranno beata (Lc 1,48). In lei contempliamo un cuore che finalmente si lascia abitare dalla Grazia e che accoglie, nel suo purissimo seno, la Persona del Verbo, dedicando tutta la sua vita e la sua premura a Cristo e alla sua opera (cfr. LG 61). Divenuta santuario dello Spirito, la Madonna può offrire ogni azione come sacrificio santo e gradito a Dio (Rm 12,1), accompagnando la sua giornata terrena con una speciale unzione, che permea tutta la quotidianità e la elèva.

La preghiera di Colletta non si limita a descrivere la bellezza spirituale di Maria: pone sulle nostre labbra la fervida invocazione, rivolta al Padre, di concedere anche a noi la purezza e la docilità del cuore, che hanno caratterizzato, in misura sublime, lanima della Vergine, ma che anche per noi costituiscono la atmosfera ideale nella quale muoverci e operare. La contemplazione, nella esperienza cristiana, non è mai fine a se stessa: sfocia piuttosto in un reale cambiamento interiore, in una conversione della mente e della volontà al progetto di Dio.

Il Cuore Immacolato è il canale preferenziale attraverso cui si può conoscere e amare il Verbo; alla scuola di Nazareth impariamo a fare della Parola di Dio la luce e il criterio della vita: beati coloro che, come Maria, ascoltano e mettono in pratica quanto esce dalla bocca dellAltissimo (cfr. Lc 11,28)! A Lei, dimora del Verbo, volgiamo la nostra attenzione e il nostro sguardo per penetrare il mistero di Cristo, per inoltrarci nelladorabile Cuore del Redentore, amabile e desiderabile sopra e al di là di ogni realtà creata. Lei possiede la mistica chiave per accedere ai segreti del Re e solo Lei, con materna sapienza e bontà, ci guida nelle vie della Grazia.

Dal suo Cuore, Tempio vivo dello Spirito, attingiamo la forza dei doni e dei frutti che il Paraclito continuamente effonde nelle nostre anime. Per citarne solo alcuni: amore, gioia, pace e pazienza formano il corredo di virtù che restituiscono fragranza e gusto alla vita, spesso soffocata nella fatica quotidiana e chiamata invece a sollevarsi alle prospettive, sempre nuove e sempre più avvincenti e coinvolgenti, del Vangelo.

Il cammino del discepolo è segnato dalla fedeltà alla Legge. La Colletta parla della via dei comandamenti, che misura la qualità e la sincerità di un cuore che vuole aderire in tutto ai disegni del Padre. I precetti dellAntica Alleanza, portati a compimento da Gesù, indicano il percorso, ma solo la pienezza della Grazia ce li consegna in tutta la loro forza, dignità e preziosità. Il duplice comando dellAmore, che chiude il testo della Colletta stessa, compendia la Legge nella Persona di Cristo: non annulla certamente le dieci parole, incise sulle Tavole del Sinai, ma dona loro, finalmente, il senso autentico, voluto da Dio e reso evidente nella vita e nelle parole del Signore.

Siamo partiti dalla prospettiva trinitaria, per approdare, come sempre, al vissuto, alle concrete situazioni da affrontare, con fiducia e speranza, ogni giorno. Ancora una volta, attraverso la liturgia, la Chiesa riconosce a Maria Santissima questo ruolo e questa missione, unica, di riportare il Cielo in terra e di guidare il nostro pellegrinaggio terreno, con fortezza e con illimitata dolcezza, verso la meta.

La Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria è il gesto, maturo e consapevole, del credente di eleggere questa Madre a tutela del proprio impegno e della propria irrevocabile decisione di amare Dio sopra ogni cosa e il prossimo come se stessi. Fuori di questo quadro mariano, sapientemente disposto da Dio, nella sua Economia salvifica, con maggiore difficoltà potremo contemplare il Verbo nella sua realtà umano-divina e approfondirne il mistero; con maggior fatica sapremo lasciarci illuminare dalla Grazia dello Spirito e lasciarci inondare dalla luce dei suoi doni e dei suoi frutti; con minore efficacia risponderemo alle esigenze della Legge e ne comprenderemo la logica, la inesauribile validità, la bellezza.

La Consacrazione sollecitata dalla Vergine stessa e proposta, anche ufficialmente e autorevolmente dalla Chiesa, in diverse occasioni - è una Grazia da accogliere e poi da vivere; nella certezza che, anche di fronte alle nostre ripetute inadempienze e incostanze, la fedeltà di quel Cuore Immacolato non verrà mai meno. E saprà riprenderci, anche quando ci fossimo allontanati dalla via maestra del Vangelo, indicataci da Cristo Gesù.