Le bugie si diffondono a macchia d'olio

Il libro di uno studioso anglosassone fa crollare miti e pregiudizi sul Cristianesimo

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di padre John Flynn LC

ROMA, lunedì, 18 giugno 2012 (ZENIT.org) – “Il Cristianesimo è il sistema di credenze più deliberatamente e profondamente marginalizzato, oscurato e mal rappresentato pubblicamente e privatamente, negli ultimi decenni del XX secolo e nei primi anni del XXI”.

Queste parole sono tratte dall’introduzione del nuovo libro di Michael Coren, inglese naturalizzato canadese, Heresy: Ten Lies They Spread About Christianity (Signal).

Il libro tratta argomenti che vanno dalle fondamenta storiche del Cristianesimo alla schiavitù, dalla scienza a Hitler.

Uno dei capitoli mette al vaglio le affermazioni secondo le quali gli atei sono intelligenti, mentre i cristiani sono stupidi. All’università, spiega l’autore, i docenti spesso deridono i cristiani come creduloni ed ingenui.

Per confutare questo argomento Coren cita un certo numero di ben noti scrittori cristiani, famosi per la loro perspicacia e popolarità. Gente come C.S.Lewis, G.K.Chesterton, Hilaire Belloc, J.R.R.Tolkien, Dorothy L.Sayers e Malcolm Muggeridge, dimostra chiaramente che i cristiani sono ben lontani dalla stupidità.

Un altro mito coevo è quello secondo cui il Cristianesimo si oppone alla scienza e al progresso. Invece, spiega Coren, possiamo trovare esempi di cristiani osservanti che sono stati scienziati di primo livello.

Michael Faraday, afferma l’autore, è stato un pioniere dell’elettricità e del magnetismo ed è stato anche un cristiano fervente. Il fisico William Thomson Kelvin fu persino presidente di una società biblica in Scozia. Max Planck, padre della teoria dei quanti, veniva da una famiglia di teologi e fu sacrestano per quasi trent’anni.

Il Cristianesimo, prosegue lo studioso, “è stata l’ancella della scienza e delle scoperte scientifiche”. La gente tende, comunque, soltanto a ricordare Galileo e dimenticare che Louis Pasteur era cattolico, così come lo era Alexander Fleming.

Coren cita altre figure, come il sacerdote cattolico Henri Joseph Edouard Lemaitre, che elaborò la teoria del big-bang; padre Roger Boscovich, fondatore della moderna teoria atomica; e Gregor Mendel, monaco cattolico e padre della genetica moderna.

Quando si parla di cambiamento e progresso nella società, nel libro di Coren c’è un capitolo sui tanti cristiani influenti che hanno fornito contributi vitali a questo campo. Anthony Ashley Cooper, ad esempio, fu fondamentale nei cambiamenti legislativi nell’Inghilterra del XIX secolo, ai fini di migliorare le condizioni dei lavoratori e proteggere i bambini dallo sfruttamento.

In America, Martin Luther King giocò un ruolo cruciale nella conquista dell’uguaglianza tra bianchi e neri. “King personificò la lotta dei neri con l’America bianca; non potendo vincere gli estremismi, il suo impegno cristiano per la non-violenza convinse milioni di persone che il cambiamento era stato troppo a lungo rimandato”, scrive Coren.

Nazisti

Non c’è modo migliore di vincere una disputa di argomentazioni, che accusando qualcuno di essere un Nazista, afferma Coren in un altro capitolo. Tra le critiche che si fanno al Cristianesimo, c’è l’affermazione che Hitler era Cristiano e che il Cristianesimo avrebbe appoggiato il Nazismo.

Coren ha osservato che, anche se fosse vero, ciò non proverebbe nulla, sia che il male fosse stato commesso in nome del Cristianesimo, sia che fosse stato commesso in nome del non-Cristianesimo. “Questo dimostra la natura fallibile dell’umanità e, per l’esattezza, che abbiamo bisogno di Cristo”, afferma lo studioso.

Data la tradizione cristiana dell’Europa, non è una sorpresa che molti dei seguaci di Hitler venissero da famiglie cristiane, così come lo erano molti dei suoi oppositori e vittime. Alcune organizzazioni di destra appoggiarono il Cristianesimo, poiché vedevano in essa un sistema per conservare le tradizioni, così come alcuni Cristiani appoggiavano le stesse organizzazioni come mezzo di difesa contro il Marxismo.

Il Nazismo, comunque, fu diverso, dal momento in cui prese ispirazione sia da destra che da sinistra, spiega Coren. Lo studioso riporta un discorso di Hitler in cui, nel luglio 1941, il dittatore proclamava: “Il Nazional- Socialismo e la religione non possono coesistere”.

Se Hitler è stato simpatizzante di qualche credo, stiamo parlando allora del paganesimo, afferma Coren. Il Nazismo guarda ad una immaginaria pura alba, prima dell’avvento del Cristianesimo. Nel 1942, rammenta lo storico, il New York Times svelò i piani di Hitler di rimpiazzare il Cristianesimo con una “Chiesa Nazionale del Reich” fondata sulla dottrina della sua autobiografia Mein Kampf.

Schiavi

La schiavitù è un’altra materia usata per criticare il Cristianesimo, osserva Coren. È vero, in passato i Cristiani appoggiarono la schiavitù, così come molte altre civiltà. Ciò che dobbiamo fare, è distinguere tra ciò che viene commesso a causa del Cristianesimo, da ciò che viene commesso nonostante il Cristianesimo.

In passato la schiavitù è esistita in molte culture, molte delle quali non-cristiane. Sono stati i cristiani a trovarsi in prima fila nel movimento anti-schiavista nell’Inghilterra della fine del XVIII secolo, mentre in seguito, in America, furono i cristiani a battersi per la fine della schiavitù ben prima della Guerra Civile.

Il libro di Coren tocca molti altri argomenti, tra cui perché i Cristiani finiscano regolarmente sotto accusa per le loro idee sull’aborto, sulla famiglia e sull’omosessualità.

I cristiani, conclude lo studioso, vogliono semplicemente avere il loro ruolo nella sfera pubblica. Molti, tuttavia, si ostinano ad escluderli e a “forzarli all’invisibilità virtuale con bugie e manipolazioni”.

Coloro che vogliano essere critici verso il Cristianesimo devono almeno tributare la fondamentale cortesia di comprendere la sua storia e le sue credenze, prima di condannarlo, afferma Coren. Il che oggi si ripete spesso in troppi paesi.

[Traduzione dall’inglese a cura di Luca Marcolivio]

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ZENIT Staff

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