ROMA, giovedì, 29 novembre 2012 (ZENIT.org)

Lettura

Forse si rimane turbati dalle parole terribili di questi giorni. Il criterio con il quale vanno lette ce lo offre il Signore oggi, quando parla di un evento di liberazione per il quale è necessario alzare il capo. Sottolineare solo parte di quello che è scritto contraddice radicalmente il senso del Vangelo. Non possiamo pensare a un Dio sterminatore impegnato a mettere paura all’umanità. Siamo invece chiamati a leggere i segni dei tempi come manifestazione dell’amore del Signore, proprio come esprime bene il brano dell’Apocalisse: anche se sembra che i servi di Dio siano sconfitti, vincerà l’Agnello e scomparirà la potenza di chi rende schiavo l’uomo.

Meditazione

Il credente non deve avere paura di ciò che la Scrittura chiama “fine dei tempi”. Il timore di Dio e del suo giudizio non contemplano la paura. Essa non è propria del credente, di colui che ha avuto le prove della misericordia e della paterna bontà di Dio. Le parole di minaccia – il Signore lo sa – non portano alla sequela. Si segue chi si ama, non si segue colui di cui si ha paura. Di fronte a costoro si scappa, giustamente. Non è possibile continuare a parlare di un Dio minaccioso a fronte dell’annuncio di misericordia del Vangelo, e non si può sperare di evangelizzare attraverso la minaccia. Se anche ci saranno conversioni, esse non potranno mai essere pienamente autentiche, perché non interpelleranno mai il cuore. Certo, il Signore ci mette in guardia, dal male presente nel mondo, da coloro che seguono colui che ha avuto l’ardire di tentare anche il Figlio di Dio, da noi stessi, dal nostro peccato, ma il finale del brano odierno parla di un incontro, fra il Signore-Giudice e l’umanità, invitata ad alzare il capo e a tirare un sospiro di sollievo perché la liberazione è vicina. Babilonia rappresenta tutte quelle potenze che pretendono di dominare l’umanità. Sono tutte occulte e si presentano tutte come innocue. Sono tutte tese a trasformare l’uomo da libero a schiavo. Usano tutti i mezzi possibili, non si stancano mai e sono così violente perché sanno di essere tutte inesorabilmente sconfitte. In tutta l’escatologia presente nel Nuovo Testamento è chiaro che Gesù afferma la sua Signoria sul futuro e che la conclusione della storia umana è in realtà un nuovo, vero inizio. Questo non ci fa temere, anzi, è un invito a fare diventare Gesù, veramente il Signore della nostra vita, non solo a parole, ma con tutta la nostra precaria, ma donata, esistenza.

Preghiera

«Dove sei, mio Dio misericordioso, dove sei, luce senza tramonto? Perché ti sei nascosto a me e io non vedo più il tuo volto mite e luminoso? Il mio cuore ti ha amato, Signore, e per questo ti bramo ardentemente e con lacrime ti cerco» (Silvano dell’Athos).

Agire

Vivo la giornata da persona libera e cerco di liberare, dai lacci che invento e impongo, le persone accanto a me.

Meditazione del giorno a cura di Don Mimmo Repice, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it