ROMA, venerdì, 23 novembre 2012 (ZENIT.org).

Lettura

Il tempio di Gerusalemme è invaso dal denaro, la casa di Dio è oltraggiata dai venditori. La parola del Signore è, come sempre, chiara e decisa, e non può essere edulcorata coi nostri see i nostrima. Denaro e Dio non vanno molto d’accordo. Ma il comportamento più scioccante è quello tenuto dai sommi sacerdoti e dagli scribi i quali, invece di opporsi allo scandalo, cercano il modo di togliere di mezzo colui che lo denuncia. L’atteggiamento profetico di Gesù ricorda il brano dell’apocalisse nel quale si rammenta che la Verità è dolce da proclamare, ma ha i suoi lati amari, perché è osteggiata.

Meditazione

Gesù è a Gerusalemme e il Tempio diventa il luogo principale della sua predicazione. Il suo gesto ha una valenza profetica: ricordare e annunciare la parola di Dio. Le attività commerciali avevano reso il Tempio uncovo di ladri, privandolo della sua funzione d’incontro con Dio. Esso è una porzione di spazio completamente consacrata a Dio, dove Gesù insegna e da dove inizierà la missione degli Apostoli. Entrando nel tempio aveva preso possesso della casa di Dio e posto le basi per la missione della Chiesa: questo è forse il vero motivo per cui i capi intendono sopprimerlo. Egli rivendica, così, la verità della preghiera e la purezza del rapporto con Dio. Il popolo riconosce in lui il Messia che raduna intorno a sé le moltitudini. La liturgia della Parola ci fa meditare, in questi giorni, sui temiescatologici, pagine che riguardano cioè i “tempi ultimi”. Nella dottrina cristiana, questi sono i tempi della salvezza piena, iniziata con l’effusione dello Spirito Santo, che si compirà col ritorno del Signore. Il tempo finale chiede a ogni fedele di aprire il cuore, e alla comunità di trovare lo spazio interiore e materiale per lodare il Signore. Costruiamo chiese anche perché ci sia uno spazio materiale consacrato a Dio, per la preghiera liturgica dell’assemblea. Non sempre le nostre chiese moderne sono così: spazi aperti, pieni di immagini senza senso o privi di immagini sacre, hanno le forme più strane all’interno e all’esterno, e soprattutto non sono capaci di accogliere la preghiera della comunità e quella del singolo, per mille motivi, anche quelli contro i quali Gesù si era scagliato all’inizio del brano odierno. Anche a noi, oggi, è richiesto un impegno speciale per rendere le chiese luoghi autentici dell’incontro con Dio.

Preghiera

«Padre celeste! Qui fuori, nel mondo, uno è forte, l’altro è debole; il forte chissà, insuperbisce della propria forza; il debole sospira e ahimè, diventa invidioso. Ma qui, dentro la tua chiesa, tutti siamo deboli; qui, al tuo cospetto, Tu sei il potente, tu solo sei forte» (Søren Kierkegaard).

Agire

Accenderò una candela nella chiesa che frequento, come segno del mio amore per il luogo dove incontro il Signore, quando si manifesta nella Liturgia e nel Tabernacolo.

Meditazione del giorno a cura di Don Mimmo Repice, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it