ROMA, domenica, 25 novembre 2012 (ZENIT.org).

Lettura

Il profeta parla con speranza di un figlio d’uomo, dal profilo indefinito, che riceve potere da un vegliardo senza età per ristabilire il suo regno universale. Nel salmo cantiamo la lode al Signore, re dell’universo: non è una descrizione, ma una speranza che si va realizzando. L’Apocalisse conferma la vicenda umana e storica di Gesù: la sua forza è quella dell’amore e proprio per questo è condotto a versare il sangue, con il quale però ci ha liberati. Nel dialogo misterioso con Pilato, Gesù definisce chiaramente e definitivamente in cosa consiste il Regno di Dio. Nelle ultime settimane sono cresciute le domande sul regno di Dio, sulla fine dei tempi, sulla vita ultraterrena: ecco le risposte!

Meditazione

Il brano del Vangelo di oggi narra il colloquio fra Pilato e Gesù, durante il processo. Gesù incatenato davanti al potere parla di Regni e di regalità. È un dialogo inventato da Giovanni? Chi ne ha parlato all’evangelista? La Chiesa ortodossa etiopica segue una tradizione secondo cui, dopo la risurrezione, Pilato si sarebbe convertito ed è perciò venerato come santo. Secondo altri si suicidò. Per altri, riportato a Roma da Vespasiano, fu fatto uccidere. Le comunità cristiane che venerano Pilato come santo credono che, insieme alla moglie Claudia Procula, egli avrebbe addirittura conservato i lini sepolcrali, fra cui la Santa Sindone. Sono notizie senza prove e senza molte ricerche, ma leggere questo colloquio impressiona e incuriosisce. La maggiore potenza dell’epoca inizia a piegarsi, anche se ancora non lo sa, al Regno di Dio. Sarà proprio Pilato a permettere la condanna a morte e al contempo ad assegnare a Gesù il suo trono: la Croce. Da lì il Signore sconfigge il nemico più acerrimo: la morte! Dall’Incarnazione ha iniziato a tracciare, attraverso gli insegnamenti e i gesti, la strada della verità con un modo di essere Re contrario a quello del mondo. Non impone nulla, eppure la sua verità da sola irradia una forza irresistibile, ancora oggi. L’autorità di Gesù supera tutte le umane aspettative del popolo di Israele, che fa fatica a credergli. Come fanno fatica coloro che periodicamente, anche ai nostri giorni, utilizzano il titolo di Cristo Re per scopi politici. Gesù manifesta la propria regalità, la esercita testimoniando la verità su Dio, sull’uomo, sulla storia e il suo regno d’amore manifesterà al mondo la gloria di Dio e tutto ciò che ancora rimane nascosto.

Preghiera

«Ti rendiamo grazie, Padre Santo, per il tuo santo Nome, che hai fatto abitare nei nostri cuori e per la conoscenza, la fede e la vita eterna che ci fai fatto conoscere attraverso Gesù tuo servo. A te la gloria nei secoli. Amen» (dalla Didachè).

Agire

La regalità è un dono ricevuto nel Battesimo da ogni cristiano. Vincitori anche noi sulla morte e sul peccato, compiamo un gesto di amicizia e di sollecitudine.

Meditazione del giorno a cura di Don Mimmo Repice, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it