ROMA, martedì, 27 novembre 2012 (ZENIT.org).

Lettura

Con la distruzione del tempio Gesù annuncia la fine di un mondo. Le esperienze terribili vissute dai primi cristiani hanno permesso di rileggere le profezie del Signore nella loro durezza, ma senza staccarle dal contesto della misericordia di Dio e del dono della Vita Nuova nella Risurrezione. La vigilanza è necessaria per discernere i veri dai falsi profeti, manipolatori e capaci di muovere anche le masse. L’attenzione agli eventi finali non è un monito per vivere con ansia la quotidianità, ma un richiamo costante e semplice a comprendere la caducità e la precarietà della vita, che comunque è un dono di cui essere felici e da vivere in pienezza.

Meditazione

I discepoli di Gesù sono impressionati dalla grandezza e dalla ricchezza del Tempio, ancora in costruzione. Il commento di Gesù sarà ancora più impressionante: non ne rimarrà pietra! Le imponenti mura che si innalzavano su robuste fondamenta, che sembravano venir fuori dalle rocce naturali, sono parzialmente visibili nei loro resti. Nelle stanze del tesoro si ammucchiavano ricchezze raccolte anche con le offerte dei pellegrini. Una costruzione destinata all’eternità che aveva indotto gli uomini all’errore a causa della ricchezza e della grandezza. Tutto è destinato alla rovina, tutto cadrà in polvere e non rimarrà che cenere. Gesù richiama la fine, non come una minaccia, ma come considerazione costante che dovrebbe far parte della vita spirituale di ognuno: non rimarrà che cenere! Tante opere dell’uomo sono cadute in rovina, perché il tempo avanza inesorabile. Tutte le opere dell’uomo sono segnate dal sigillo della caducità. Questo non deve mettere tristezza, non solo, ma deve ricordare la realtà eterna alla quale ci stiamo preparando e siamo stati chiamati. Anche le nostre opere, anche le nostre chiese sono destinate a questa fine. Ciò che conta è che ci impegniamo a far sì che il tempio del nostro corpo, altrettanto precario, non sia mangiato dalla polvere o distrutto dalla violenza della contraddizione e del peccato. Dobbiamo chiedere al Signore di non fermarci alla bellezza materiale delle nostre architetture – anche se essa va ricercata, in senso cristiano –, ma di imparare che esse ci richiamano alla realtà della presenza di Cristo in mezzo a noi, che aspettiamo nel suo ritorno glorioso, per contemplare il suo Volto d’amore. Maria, Assunta in cielo, ci sostenga in questo nostro percorso, tesi all’incontro col Signore che viene, anzi, che è già qui.

Preghiera

«In certi punti il passaggio è proprio mortale. Ma mai nel nulla. Il male in verità è nulla. Sta già svanendo. Perciò la Vergine è veramente potente contro il male. La Vergine, infatti, è quello che rimane. Indenne, per sempre, illesa» (Marco Guzzi).

Agire

Una meditazione in Chiesa e una preghiera nel silenzio della mia stanza, per ricordarmi del Tempio che mi accoglie e del Tempio che sono.

Meditazione del giorno a cura di Don Mimmo Repice, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it