di Emmanuele Di Leo
ROMA, venerdì, 6 luglio 2012 (ZENIT.org) – Il Premio Una penna per la Vita è andato alla giornalista Valentina Fizzotti. Il riconoscimento, istituito dal Gruppo di Ricerca Biomedi@ della Facoltà di Bioetica dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, è il coronamento di un approfondito studio, da parte del gruppo Biomedi@, sulla comunicazione dei temi di bioetica.
Ad oggi la comunicazione e l’informazione su tali tematiche è molto difficile e spesso risulta non veritiera o parzialmente corretta. Il gruppo di ricerca, i cui membri sono professionisti del campo della comunicazione, in più di un anno di lavoro ha raccolto un data base di articoli di giornale, delle maggiori testate nazionali ed internazionali, inerenti alle molteplici tematiche del campo bioetico.
Questo database, che ad oggi contiene più di 2000 articoli, tutti classificati per tema, data, autore e nome della testata, è online sul sito www.uprait.org e, con grande sorpresa, in un anno e mezzo di vita ha avuto tre milioni e ottocentomila accessi.
La ricerca ha molteplici scopi. In primo luogo, quello di analizzare l’informazione sulle tematiche di bioetica; in secondo luogo, di dare un punto di riferimento per docenti, ricercatori, studenti, appassionati e utenti in generale; in terzo luogo quello di saper orientare il lettore, stimolandone l’aspetto critico e proponendo un sano e doveroso dibattito per ogni singolo articolo, con il fine d’incrociare nel massimo rispetto di pareri ed opinioni diversi tra loro, una proposta d’incontro tra i diversi aspetti di una società multiculturale.
Il Premio Una Penna per la Vita, vuole essere l’espressione di una promozione, all’interno del mondo della carta stampata e della comunicazione sociale, dell’informazione e la comunicazione corretta ed efficace nell’ambito dei temi relativi alla Bioetica.
Il Premio è stato assegnato al professionista che, a seguito di votazione popolare e parere della Giuria, ha svolto in modo esemplare per professionalità e correttezza deontologica la sua attività nel settore dell’informazione giornalistica o della comunicazione sociale sui temi della bioetica.
Il vincitore Valentina Fizzotti, giornalista professionista, dei quotidiani il Foglio e Avvenire. La cerimonia si è svolta in un clima multiculturale, alla presenza dei partecipanti del Corso Internazionale di Aggiornamento in Bioetica.
La giornalista ha espresso la sua felicità nel ricevere il premio con le seguenti parole: “Io non sono un medico, né un politico. Non è mio compito scegliere la soluzione migliore per un paziente, né prendere decisioni per il bene comune. Io sono un giornalista: il mio lavoro è raccontare. E non credo nemmeno, peraltro, all’idolo fideistico del giornalista che detiene la verità assoluta, perché credo che questo spetti a un Altro”.
“Sono convinta solo che sia importante raccontare quello che succede – ha proseguito la Fizzotti – e farlo con attenzione, soprattutto quando le tematiche sono sensibili, per evitare di essere megafoni o tritacarne”.
“Io ho 31 anni – ha aggiunto – e non ho vissuto le battaglie in campo bioetico del passato. Quello che so, però, è che ad ammazzare la libertà, in particolare quando si parla di argomenti legati alla bioetica, è il Pensiero Unico Dominante, quello che è mascherato da voce libera e controcorrente ma in realtà cerca di convincerci, giorno per giorno, parola dopo parola, ad accettare un modello fortemente ideologico come il più naturale. Parlo della voce secondo la quale, ad esempio, una gravidanza è un peso, un malato pure, i figli si scelgono geneticamente perfetti e quando non si possono avere si comprano o si fabbricano come bambole. Chi contesta questo modello come minimo è bollato come liberticida e molto difficilmente trova spazio sui grandi giornali”.
“La verità, secondo me, è che la bioetica non è materia buona solo per gli esperti e qualche cattolico. Alla fine la bioetica è interessante perché riguarda tutto l’umano, dall’inizio alla fine. E tutte le cose che contano, l’amore, i figli, i genitori, la vita, la morte, il valore ultimo che diamo alle cose. Io, almeno, ne scrivo per questo”, ha poi concluso la giornalista.
Dopo l’introduzione magistrale del Magnifico Rettore dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, Prof. P. Pedro Barrajon L.C. e dopo l’intervento del Decano della Facoltà di Bioetica, Prof. P. Gonzalo Miranda L.C. si è assistito alla Laudatio del dott. Antonello Cavallotto, membro del gruppo di ricerca Biomedi@, che ha presentato ai partecipanti dell’evento, la professionalità di Valentina Fizzotti, spiegando anche la motivazione per cui il gruppo di ricerca Biomedi@ ha assegnato a lei il premio.
Il premio è stato consegnato dall’on. Eugenia Roccella. “Valentina è veramente una buona giornalista” – ha affermato la parlamentare –. Spiegando il ruolo e le difficoltà nello scrivere sui temi della bioetica. Nella società attuale c’è una coltre di silenzio ideologico, di bugie ideologiche, che coprono la verità che sta, spesso, dentro alle questioni bioetiche, la verità dell’uomo, la sua verità profonda”.
“Tante cose in ambito scientifico – ha proseguito l’on. Roccella – non sono provate e ci sono molte teorie che vengono spesso offerte come pura verità assoluta, ma non sono provate, non solo ogni volta che si trova una prova contraria che infastidisce la perfezione teorica di questa ipotesi, si aggiustano subito le ipotesi, viene postulata, non si vede o non si può verificare”.
“Valentina è una brava giornalista perché entra nello specifico, solo così si può documentare, informare correttamente e sono felice che abbiate scelto lei come premiata”, ha concluso.
Valentina Fizzotti sta facendo e ha fatto un lavoro molto importante per informare correttamente sui temi di bioetica che lei stessa ha affermato, “sono diventati tutta la mia vita!”. I temi di bioetica cambiano la vita e un’informazione corretta ed efficace è di fondamentale importanza e ci auguriamo che questo premio possa essere anche di stimolo per tutti i giornalisti e comunicatori per migliorare tale informazione.