"Bisogna annunciare Gesù Cristo al di là dell'orgoglio umano" (Seconda parte)

Intervista con il cardinale Jorge Urosa, arcivescovo di Caracas

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di Jose Antonio Varela Vidal

CITTA DEL VATICANO, sabato, 7 luglio 2012 (ZENIT.org).- Riportiamo la seconda parte dell’intervista al ​​cardinale Jorge Urosa, arcivescovo di Caracas, che ha partecipato, in questi giorni, al Consiglio dei Cardinali incaricati di affrontare gli affari economici della Santa Sede. Il porporato ha parlato a ZENIT di questo importante incontro, dove hanno ricevuto segnalazioni dirette sulla situazione finanziaria del Vaticano, e delle sfide pastorali e politiche del suo paese.

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C’è una aumento nei paesi latino-americani della tendenza ad imporre un diverso modello di matrimonio e attaccare la vita del bambino non ancora nato. Cosa pensa di tutto questo?

Card. Urosa: Questo materialismo, questo edonismo, questa tendenza a dimenticare Dio, molto presente nella laicità, tenta di copiare il cattivo esempio di altre culture, e nei nostri paesi vuole implementare una forma assolutamente sbagliata di famiglia, matrimonio e via dicendo. Abbiamo dovuto lottare duramente per tenere vivo il vero carattere naturale della famiglia, per difendere la vita e il matrimonio. Sono sfide che si presentano come conseguenza di questa forte corrente laica che ci sta invadendo, e per rispondere è necessario fare una evangelizzazione forte ed entusiasta.

Attualmente il Venezuela sta vivendo un importante processo elettorale, qual è stato l’invito dei vescovi ai candidati?

Card. Urosa: Devo dire che abbiamo vissuto in costante agitazione politica negli ultimi anni e ora ci troviamo in una fase di forte elezioni. Innanzitutto, ci sono le elezioni presidenziali, poi le elezioni per i governatori di diversi stati, e all’inizio del prossimo anno, ci saranno le elezioni comunali.

Una cosa molto importante, su cui abbiamo insistito tanto, favorendo incontri con i capi di governo e di opposizione, è garantire che tali campagne siano condotte con il massimo rispetto dei diritti civili e politici di tutti i cittadini, evitando ogni forma di violenza e di opportunismo. Purtroppo devo dire che c’è molto opportunismo da parte degli organi ufficiali riguardo alla campagna elettorale, perché questi hanno a disposizione una grande quantità di risorse statali che non dovrebbero essere utilizzate.

L’azione dei vescovi vuole, dunque, promuovere la convivenza pacifica, il rispetto per l’attività politica di tutti i partecipanti, e il mantenimento della pace, escludendo ogni tipo di violenza, sia verbale che fisica. Dico ciò perché cè una grande polarizzazione e si sono verificati casi di attacchi da parte di piccoli gruppi di simpatizzanti del governo, contro le attività dell’opposizione politica.

Si può fare qualcosa per riscattare il governo del presidente Chavez?

Card. Urosa: Qualcosa il governo ha fatto, ed è quello di dare risalto ai più poveri, una cosa sicuramente molto positiva che è stata ampiamente accettata. Da una parte, si sono svolti numerosi programmi sociali, alcuni dei quali molto efficaci di alfabetizzazione, distribuzione di cibo, o in particolare un programma molto buono chiamato ‘Barrio Adentro la salute vicino alla città’.

Dall’altra, però, il governo ha voluto attuare contro la volontà popolare espressa nel referendum del dicembre 2007 – che ha respinto l’imposizione di socialismo come sistema politico nella costituzione – una serie di leggi al di fuori del quadro costituzionale. Abbiamo già dimostrato con due documenti firmati da tutti i vescovi, che ciò è inaccettabile e immorale, va contro la volontà popolare e contro la Costituzione.

In che condizioni è la salute del capo di Stato?

Card. Urosa: Il presidente ha detto pubblicamente di essere malato e tutti i venezuelani sanno che è sottoposto a terapie. Mi auguro che Dio lo guarisca completamente, perché è importante per la stabilità politica.

Lui la ha attaccata più volte a livello personale… Le ha mai chiesto perdono?

Card. Urosa: No, il presidente non si è scusato, semplicemente ha smesso da poco i suoi attacchi. Io, da parte mia, perdono le offese, nonostante il rifiuto, ma esigo rispetto per la mia dignità come persona, come cittadino e come vescovo della Chiesa cattolica in Venezuela.

In conclusione, potrebbe inviare un messaggio ai lettori venezuelani di ZENIT?

Card. Urosa: Non solo ai venezuelani, ma a tutti i lettori di ZENIT! Siamo in un periodo molto importante in cui la Chiesa deve essere rinnovata e il rinnovo richiede la conversione, una maggiore vicinanza a Dio, una esperienza di fede profonda, oltre alla pratica religiosa e ad un più fervido entusiasmo.

Cerchiamo di non inquinare con la secolarizzazione il nostro spirito, i nostri stili di vita e gli atteggiamenti verso Dio e la religione. Credo che il rinnovamento della Chiesa sia fondamentale ed è uno degli obiettivi dell’Anno della Fede. La nuova evangelizzazione passa proprio attraverso la conversione del cuore, vivendo concretamente il Vangelo e praticando tutte le virtù.

Allo stesso modo, è necessaria una più intensa attività pastorale, con maggiore gioia e maggiore chiarezza da parte di tutti noi cattolici, in particolare sacerdoti, religiosi, diaconi, laici, operatori pastorali dei vescovi. Tutti dobbiamo rafforzare il nostro impegno a Gesù Cristo, perché sappiamo che Egli è la Via, la Verità e la Vita, e questo è qualcosa che dobbiamo testimoniare con il nostro atteggiamento e il nostro lavoro pastorale.

[La prima puntata è stata pubblicata ieri, venerdì 6 luglio]

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ZENIT Staff

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